il naso nei libri
<<La lettura di un libro è un’arte che, almeno per chi ci vede a sufficienza, coinvolge principalmente gli occhi. Se pensiamo alla tradizione orale che sta alla base della narrazione scritta, coinvolge anche le orecchie e la bocca; se includiamo il tatto, per chi legge con le mani e per chi, leggendo con gli occhi, scorre le dita voluttuosamente tra le pagine (o le striscia sul tablet) alla ricerca della prossima emozione, abbiamo quasi chiuso il cerchio dei sensi.
E il naso? Possibile che, in riferimento al libro, sia solo il posto dove appoggiare gli eventuali occhiali? Che ha il naso che non va? Non è forse vero che si legge anche per imparare a guardare più in là del proprio naso? È forse la letteratura una manifestazione culturale dell’anosmia? [...]>>
Dottor Vian e Mister Sullivan
<<Gli esseri umani sono affascinati dalla simmetria. In natura i principi di conservazione sono intrinsecamente legati a proprietà di simmetria delle leggi che descrivono i sistemi fisici; e anche in letteratura le simmetrie giocano un ruolo interessante.
Prendiamo ad esempio la specularità: il tema del doppio ha solleticato gli autori d’ogni tempo. Si va dal doppio in personaggi distinti, come nei “Menecmi” di Plauto o ne “La dodicesima notte” di Shakespeare, al doppio nello stesso personaggio, come ne “Il sosia” di Dostoevskij o ne “Lo strano caso del Dottor Jeckyll e Mr. Hyde” di Stevenson. Può essere l’autore stesso che gioca con un suo doppio letterario: l’io è un altro, scriveva Rimbaud, e non si può non menzionare l’intreccio di vita e finzione tra Philip Roth e Nathan Zuckerman. [...]>>
A presto con altre mirabolanti avventure, o roba simile.
Nessun commento:
Posta un commento