lunedì 19 dicembre 2022

Bastava il pensiero

Domenica è Natale. Due racconti come regalo, da cui il titolo.

Non sono racconti a tema natalizio: parlano di desolazione e solitudine. Amarezza. Incredulità. Ricordi mancati e prospettive. Evviva! È per trovare un equilibrio umano tra il quarto panettone e la settima visione di Love Actually



Non so se faranno parte di una futura raccolta; li ho scritti nelle ultime due settimane perché avevo queste idee appese lì e del resto il progetto grosso del 2023 riguarda non dei racconti ma un poema che parla d'amore e di topologia generale, per cui sto studiando moltissimo ...entrambi gli argomenti.

Nel frattempo, ecco qui "Il capannone" e "All'aeroporto".

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venerdì 25 novembre 2022

L'elenco puntato

A scuola il professore di storia e filosofia aveva delle velleità dottrinali e salvifiche per cui, oltre a spiegarci la storia e la filosofia, doveva fare il pedagogo, lo psicologo, il mentore, il vate, o capitano mio capitano, sticazzi.

A volte chiudeva il libro e, con voce melliflua e apodittica, faceva partire la predica: i giovani, la morale, la bellezza, il sapere, la vita, o capitano, sticazzi di nuovo.
Era, di per sé, una persona subdola e vendicativa; ma mascherava il tutto con un pacato cattolicesimo fatto di sorrisi e stentate battute sempre troppo grossolane, velenoso solo in coda.
Quando faceva la predica io un po' sbuffavo, un po' scambiavo bigliettini con la mia compagna di banco che sbuffava anche lei, un po' almeno potevo ripassare la lezione per l'ora dopo quando arrivavano le persone serie a insegnarci il greco o la matematica.
Poi a me la filosofia piaceva per cui il pomeriggio andavo a leggere i libri in biblioteca o li compravo in libreria, ma se fosse stato per lui, o capitano mio capitano sticazzi, adesso sarei un'arida apologeta del disimpegno intellettuale oppure mi sarei data all'eroina, non so.
E insomma quest'uomo aveva la fissa di fare le cose psicologiche, di esplorare la nostra coscienza, le nostre fragilità di adolescenti, la nostra pubere autoconsapevolezza, per cui una volta ci assegnò un breve compito da fare in classe che consisteva nello stilare una lista di cinque aggettivi che ci descrivessero.
Io lisciai con diligenza il foglio a righe e scrissi il seguente elenco puntato:
1. pigra
e consegnai.
Non gradì, con ciò dimostrando secondo me di avere poco spirito.

giovedì 29 settembre 2022

Un paio di sonetti di teoria dei giochi

Sonetto dell’equilibrio di Nash

Qui, tutti insieme, a guardarci negli occhi,

giocando le opportune strategie,

ciascuno in sé cercando nuove vie,

ed esiti imprevisti, ed altri sbocchi,


ostacoli reciproci, dei blocchi

al muoversi dell’altro; geometrie

dei modi e degli intenti, e simmetrie

di noi che qui giochiamo, saggi e sciocchi,


forse aspettando le mosse migliori,

forse tentandole. A volte le stesse

rimangono, qualunque cosa accada,


in una stasi fragile di umori:

finché nessuno prova l’interesse

quindi, lui solo, a cambiare la strada.



Sonetto di cooperazione e fiducia


Ancora noi; insieme, che giochiamo

con qualche gioco passato che resta

nell’ombra dei ricordi; nella testa

si porge l’eco, soffuso, il richiamo


d’una reputazione con cui ci stimiamo,

di ciò che sono state quelle gesta

di cui facciamo recupero; lesta

l’iterazione del gioco cui stiamo


ancora poi giocando si proietta

sopra il futuro quasi come un’ombra.

Giochiamo ancora, guardandoci intorno,


sopra noi stessi e dentro, senza fretta;

quest’ansia che s’affloscia, sì, e si sgombra.

Ci fideremo allora, forse, un giorno.


lunedì 26 settembre 2022

Quartine elettorali 2022

 E mi risparmio altri commenti, che son già triste così.

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C’era parecchia gente frusta e stanca:
“è sempre questa, l’insulsa minestra?”
A chi votava, gridava la destra:
“Sceglietci e potrete farla franca!
Condoni, meno tasse, prima i nostri!
Sentite qui che battito che ha il feto!”
E li votava il basso e l’alto ceto,
immemore, chissà, dei vecchi mostri.
“Ma no, votate noi! Nei tempi bui
il popolo per primo va sfamato”
dicevan quelli dietro a un avvocato
“Con quali soldi? Beh, con quelli altrui!”
Tra sé già concionava il terzo polo
con tecnicismi d’Europa e finanza:
“Mi sa che la più nobile alleanza
la faccio qui per me stando da solo!”
E poi c’erano quelli, i sempre scaltri,
con un programma davvero perfetto
che s’aggrappava a un unico concetto:

“Votateci, se no vincono gli altri.”
Concludo, ché mi manca la favella,
sperando già che in quest'amaro gioco
il turno dei gaglioffi duri poco.
(Pensate a quel che prova Mattarella.)

venerdì 9 settembre 2022

Balmoral, 9 settembre

"Dev'essere dura. Una persona sempre all'altezza del ruolo, per settant'anni. Mai una sbavatura. Mai sopra le righe. Per settant'anni abbiamo visto intatto il suo amore per il paese, il suo desiderio di servirlo. Sopra di tutto, conscia del senso dell'istituzione che rappresentava; amata in tutto il paese, anche da chi non vedeva di buon occhio la monarchia. Rispettata in tutto il mondo, conosciuta come un'icona britannica, la perfetta rappresentazione di ciò che di buono ha dato il Regno Unito. Per settant'anni! Dev'essere dura. Non credi?"

"William, figlio mio, fottiti"

giovedì 14 luglio 2022

Quasi crisi

Una quasi crisi

Di guerra e siccità s’è fatto l’anno,

di nuovi guizzi della pandemia.

Parole, queste, di periferia

di un mondo fosco, dove ancora fanno


gli umani quel che credono e non sanno,

e crepita irrisolta la follia

di un’insipienza di antica genìa:

il nulla, qui, può anche fare danno,


per noia, per malizia o per la voglia

d’essere perno del vento importuno,

ch’è dove tutto - talvolta - comincia. 


Da mesi aggrovigliato sulla soglia,

un giorno allora si crede qualcuno

perfino un avvocato di provincia.


domenica 3 luglio 2022

Capelli

Capelli


Ho i capelli molto corti, come sapete. Li ho sempre avuti molto corti, o corti, o abbastanza corti, perché sostanzialmente mi danno fastidio i capelli dietro le orecchie. Che poi la lunghezza dei capelli dovrebbe essere importante solo per Sansone e per Raperonzolo, e io non ero né l'uno né l'altra. Avendo i capelli molto corti, e avendo altresì avuto una avversione per le sottane fino alla maggiore età almeno, per non parlare del resto dei gusti poco consoni al conforme sentire (di cui, peraltro, mi è sempre importato il giusto, cioè niente), fino a che l'adolescenza - ok, la tarda adolescenza - non mi ha gradevolmente equipaggiata di tette mi hanno scambiata per maschio ogni volta che è stato possibile. Con mia grande scocciatura, ma tant'è. E poi giocavo a travestirmi, avevo il mio costume da cosacco, quello da guerriero greco fatto con la custodia della racchetta da tennis di mio papà che usavo come elmo e poi il vestito greco vero con cui facevo Pallade Atena e quello da Biancaneve e poi una serie di fazzoletti e drappi con cui essere chiunque, insomma, giocavo un sacco e mi divertivo.
A proposito dei capelli corti volevo raccontare un aneddoto. Ero bambina; sette anni, otto, non so - comunque ne dimostravo meno, altro enorme cruccio risoltosi in età adulta - ed ero in campeggio coi miei genitori. E mia mamma, al solito, "Elena vai a fare amicizia con gli altri bambini", e io con lo sguardo disperato agonizzante che gemeva un muto "ma non posso restare in camper a leggere per la quattordicesima volta La collina dei conigli", e no, non potevo, l'aria aperta, la socialità, quelle cose lì. E io ubbidivo e uscivo e vagolavo per la pineta alla ricerca di pari età con cui addestrarmi a sentire alieno l'essere umano, con buona pace di Terenzio, homo sum, nihil humanum alienum a me esse puto, sì, però almeno che stia un po' distante...

Divago. Ero in campeggio, gironzolavo per la pineta e a un certo punto incrociai una bambina che giocava con la sorellina dai lunghi boccoli biondi; e la bambina si rivolse a me e mi apostrofò chiedendomi a bruciapelo se fossi un maschio o una femmina e io risposi, una femmina, e lei mi guardò con sufficienza e, carezzando i boccoli biondi della sorellina, mi disse "Me lo chiedevo, perché, sai? Le bambine hanno QUESTI", e via a rimestare con allusività didattica i capelli lunghi e boccolosi della sorellina, a sua volta vanamente protrusa in un sorriso di chi non coglie, non intende e però asseconda.

E io guardai la bambina e la bambina aveva i capelli corti esattamente quanto i miei, e fu lì che capii una grande lezione che mi sarebbe stata di aiuto negli anni a venire, e cioè

La gente, sovente, è scema

mercoledì 22 giugno 2022

Fu vera boria? ai posteri l'ardua sentenza

Sic transit, eccetera eccetera

Tal fu mistero sacro in Movimento
che, vecchia farsa in una veste nuova,
credea di scoperchiare il Parlamento
sì qual col tonno in scatola si prova.
Veder volemmo come si convenne
a una politica che si rinnova
tentare ancor l'insipienza perenne
con tanta mente ignara e sempre scossa.
E quanto patimento ce ne venne!
A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgea Giggino a cambiar pelle,
lasciando a Conte invan l'ultima mossa
e infin divelti, altrove, i Cinque Stelle.

giovedì 2 giugno 2022

Un neutrino al ristorante

Sono dalle parti del Gran Sasso e mi vengono queste facezie a tema, mi vengono.

Allora.
Un neutrino va al ristorante, si siede al tavolo e chiede il menu. Il cameriere glielo porta. Dopo un po' torna a chiedergli se ha deciso. "Non ancora, mi scusi" dice il neutrino. Il cameriere sorride, fa un cenno col capo e si ritira. Passano alcuni minuti e torna al tavolo. "Ha scelto, signore?" "Mi spiace, ancora no."
Il cameriere si allontana, ma questa volta resta discretamente a osservare la particella (in questo notiamo che il cameriere è molto abile e fortunato, perché sapete com'è, coi neutrini: peggio che andare a trovare Thomas Pynchon o J.D. Salinger buonanima. Ma questa è una storiella sulla fisica e non sulla letteratura, perdonatemi se mischio le cose, tanto per cambiare, e andiamo avanti)
Insomma il cameriere sta lì e osserva, e vede il povero neutrino che si affanna sul menu, tituba, suda, si angoscia.
Il cameriere allora, pieno di tatto e gentilezza, si avvicina e gli domanda: "posso esserle utile, signore?"
E il neutrino lo guarda, sconsolato, e grida: "mi dispiace tanto! È che oscillo fra i sapori."

giovedì 5 maggio 2022

Faccende domestiche il 5 maggio

 Stamattina mi sono accostata alle orride faccende domestiche opportunamente rimando

"E su! Sull'asse immobile,
(faccio un mortal sospiro)
resta la maglia immemore.
Ora la prendo e stiro!"
Tal su quei panni in cumulo la mia memoria scese, il mio genio vide e tacque e tirò giù due moccoli perché sembravano calpestati dall'orma di pié mortale. E io lì, percossa e attonita! Con l'ansia nel cor indocile ho stirato tanto in fretta che il fulmine tenea dietro al baleno, ma sulla vera gloria i posteri mi sa che sentenzieranno alzando un sopracciglio.

giovedì 17 marzo 2022

L'interferenza

L’interferenza

Fatto comune al solito universo:

l'interagire umano del soggetto

con l'apparenza nuda dell'oggetto,

col suo manifestarsi tutto immerso


nel ragionare antico; di converso

si crede noto in sé ogni concetto,

sfrondato del suo essere imperfetto,

diritto mentre viene di traverso.


Invece è un gran giocare di riflesso:

odio e paure, con il controcanto

dell'abitudine, sono il rumore


di fondo, e vi si scambia per complesso

talora quella ch'è, pura, soltanto

la paranoia dell’osservatore.


martedì 8 marzo 2022

Le penne lisce

Le penne lisce

Chi se le ricorda le penne lisce
Un giorno fu la pandemia, e sugli scaffali si trovarono solo le penne lisce
E un altro giorno fu la guerra, e il prezzo del grano andò alle stelle, e sugli scaffali non si trovarono più nemmeno le penne lisce
E un altro giorno ancora ci troveremo a cantare canzoni tristi in cui le penne lisce saranno diventate la metafora della fragilità umana
Le penne lisce, dico io
Le penne lisce

che l'ultima volta che ho mangiato le penne lisce sarà stato alla festa dell'Unità a Voltabarozzo nel 1988

col ragù

lunedì 21 febbraio 2022

Il giorno in cui scomparve il rancore (due sonetti)


1.
Un giorno come un altro, nel rossore
senza pietà dell'alba, in un baleno
davvero impercepito, venne meno
il solo sentimento del rancore.

Scomparso d'ogni dove; dal furore
dei moralisti a termine, o l'osceno
e aspro dimenarsi senza freno
di vecchi amanti; scomparve dal cuore,

e dalle menti e infine dal ricordo.
Che fare? Tutt'a un tratto lacerato
l'indomito collante, il vero assenzio

del mondo, sopraggiunse un suono sordo.
Per un istante, lungo e incalcolato,
tutto si raddolcì: e fu silenzio.

2.
Ma non si poté stare troppo nudi:
senza rancore, che cosa s'inventa
chi poi di sé non sa e non s'accontenta?
Si fecero, tremando, alcuni studi

su altri sentimenti amari e crudi,
ipotesi d'invidia, d'irredenta
umana gelosia, e turbolenta
acredine reciproca; preludi

d'un odio tacito, d'aria sconvolta,
che pur non era rancore, ma quasi.
Non funzionò. La gente ne impazziva.

Dovettero inventarlo un'altra volta,
rimetterlo a guidare i loro casi.
E tutto tornò ad esser cosa viva.

lunedì 14 febbraio 2022

Certi legami

Scrivere poesie d’amore è difficile e pericoloso. 

L’esperienza è talmente comune, talmente ineludibile e talmente intensa, e i pregressi poetici sono d’altro canto talmente vasti, pervasivi e validi che il rischio concreto è di affogare le parole nella melassa confondendo con la poesia, come purtroppo spesso accade, quella che non è che la mera sincerità dei propri sentimenti.

Però il punto - l’amore, dico - è centrale nella vita di (quasi) tutti, che ci sia o che manchi; lo è comunque nella mia, e affrontarlo in versi prima o poi era nel computo delle cose possibili. Siamo esseri amanti, e siamo anche corpi fisici, fatti di reazioni chimiche, di neuroni che scaricano, di molecole che interagiscono e di tutto l’armamentario fisiologico che, con qualche foga riduzionista, vorremmo impiegare come secondo linguaggio quando parliamo, infine, d’amore e di attrazione.

Questi sonetti combinano chimica e sentimenti con una leggera predilezione, qualitativa, per i secondi - anche perché la stechiometria in endecasillabi è, lo confesso, al di fuori della mia portata tecnica. Molecole e sensazioni, consci dell’ambivalenza della parola “legame”, si cedono quindi vicendevolmente il passo nell’evocare parte di quel mondo emozionale che non muove più il sole e le altre stelle, ma che ancora mangia il tempo e i giorni e li carica di senso.

Qui trovate il PDF:




martedì 8 febbraio 2022

Sonetto sul curling

 La vita è imprevedibile.


Sonetto sul curling
La precisione, la pausa, l'attesa;
lo studio della scelta, dell'opzione,
lo scatto repentino d'opinione,
la fisica che resta, lì sottesa,

mentre già scivola, senza far presa,
lo scopo della storia. L'attenzione,
quell'incertezza chiusa nell'azione,
la fine della corsa, la difesa,

l'attacco, l'ascoltare il crepitio
del movimento. Son fatti di vita,
metafore di cui temo l'impaccio.

Ma non importa, conta il mormorio
di questa fuga sommessa, infinita,
di questa pietra che sciama sul ghiaccio.

mercoledì 2 febbraio 2022

Doppio sonetto sulla dimostrazione di Euclide dell’infinità dei numeri primi

Doppio sonetto sulla dimostrazione di Euclide dell’infinità dei numeri primi

1.

Se i primi, sai, non fossero finiti,

potremmo allora prender tra di loro

quello maggiore. Si faccia tesoro

poi del prodotto dei primi riuniti


sotto di quello, per bene censiti;

e poi s’aggiunga uno, e gran lavoro

di divisione si conti tra il coro

di quei fattori già lì definiti.


Dei primi usati, nessuno divide

quel numero: c’è sempre un di resto.

È primo questo numero? Domande!


Che sia o che non sia, il tutto stride

col fatto d’aver preso, per pretesto,

uno che fosse dei primi più grande.


2.

Giacché se non è primo, si dimostra

che tra i fattori dovrà pur contare

un primo che tra gli altri non compare,

e ch’è più grande di quell’altra chiostra


di primi che avevamo in mano nostra.

Se poi risulta primo, bell’affare!

È lui il più grande! Ci tocca obiettare

che quello esibito in bella mostra


tra i primi che avevamo ben contati

non è il maggiore dei numeri primi.

E quindi infine ci siamo capiti,


e questi sono stati i risultati:

non c’è ragione umana che già stimi

che i primi siano meno che infiniti.


martedì 1 febbraio 2022

Lamento amoroso del fermione

Sonetto scritto per biasimare la dozzinale intemperanza di associare l'equazione di Dirac all'entanglement e, di qui, agli amori lontani e perenni. 

Lamento amoroso del fermione

Andavo col mio solito spinore

un giorno dentro il corso di un agone

quantistico, facendo professione

di fisica soltanto, e con fervore.


Ecco, mi coglie un ossuto dolore.

M’han detto nuovamente: l’equazione

che ti descrive, solingo fermione,

è fatta per i crismi dell’amore.


Ma quale amore! Che qui, pari a me

in questo stato quantico, nessuno

può stare mai, per cogenza di legge!


E solo me ne resto, senza che

d’amore venga un alito opportuno,

sopra di cui altra vita si regge.


martedì 25 gennaio 2022

Analitici terzi

Analitici terzi

[dialogo essoterico di uno pseudoAristotele, epoca incerta]

- Illustrami con un facile esempio la differenza tra condizione necessaria e condizione sufficiente.
- Per fare il risotto ai funghi sono necessari i funghi. Senza funghi, non c'è risotto ai funghi. Essi però non sono sufficienti: ci vuole anche il riso.
- Molto bene! Ora illustrami con un simpatico aneddoto una condizione non necessaria e non sufficiente.
- Lo studio della scienza apre la mente: permette di discernere le credenze irrazionali dalle solide prove, permette di sondare il concetto di falsificabilità. Lo studio della scienza è ciò che di meglio abbiamo per difenderci dalle paure e dall'oscurantismo, per non navigare a vista nella complessità spesso irriducibile del mondo sospinti da desideri e illusioni, bensì tenendo dritta la barra della cautela e della fiducia: insomma, per coniugare intelletto e ragione. Lo studio della scienza è il mezzo con cui possiamo comprendere la tecnologia, il suo ruolo, le sue applicazioni; e comprendere anche meglio l'essere umano nelle sue interazioni con l'ambiente esterno.
- Un aulico discorso invero, ma in che modo questo rappresenterebbe il concetto di condizione non necessaria né sufficiente?
- L'onorevole Sara Cunial è laureata in chimica industriale.

domenica 16 gennaio 2022

Notizie dall'Australia

Notizie dall'Australia

-"Per tre giorni in mezzo al guado,
tutti i soldi miei malgrado,
già rinchiuso nel degrado
(io, avvezzo all'Eldorado):
come il visto, quasi scado.
Ma vorrei tornare brado...
Forse un giudice persuado!
Resto, gioco, esco, vado?"
- "Primo volo per Belgrado,
tu e tutto il parentado."

mercoledì 12 gennaio 2022

Una sera al Quirinale

Una sera al Quirinale

"Io non esco."
"Ma come non esce..."
"No. Io non esco. Resto qui."
"Ma la prassi istituzionale e il dettato costituzionale..."
"La prassi istituzionale e il dettato costituzionale una beata minchia."
"Presidente! Sta trascendendo!"
"Trascendo. Anzi, Giovanni, passami l'elmetto."
"L'elmetto, Presidente?"
"Come Salvador Allende. Io resto qui."
"Ma Presidente, il Parlamento in rappresentanza del popolo sovrano..."
"Non importa."
"Ma lei è un costituzionalista!"
"Pazienza."
"Presidente! Lei stesso aveva detto di non volere un secondo mandato..."
"Giovanni! Lo senti il mondo, là fuori, che ride e che s'indigna? Io resto qui."
"Presidente, ha ragione, ma non possiamo impedire al nuovo capo dello stato di..."
"Capo dello Stato! Berlusconi! No, no. C'è un limite a tutto. Io non mi muovo di qui."
"Presidente, lasci almeno che... oh, suonano il campanello. Vado."
...
"Posso?"
"Prego, si accomodi."
...
"Ah, quanti ricordi! Oh, Sergio, buonasera."
"Giorgio, carissimo. Come mai da queste parti?"
"Sai, passavo di qui e stavo pensando a un terzo mandato. O a finire il secondo, che tanto è durato poco."
"Ah ma bene, bene. Accomodati, ci faremo compagnia. Giovanni, c'è del caffè per il mio amico Giorgio?"
"Certo, Presidente. O Presidenti. Presidenti emeriti. Come devo dire?"
"Come pref... oh, ma cosa sono questi spifferi? Qualcuno ha lasciato aperta una finestra?"
"Vado a controllare, Presidente. E Presidente. Con permesso."
...
"Guarda, Sergio. Sembra di vivere in un sogno. Saranno veramente degli spettri?"
"Non saprei dire, Giorgio: certo, se pure tu che non sei un uomo di fede ti lasci affascinare dal soprannaturale..."
"Da quando hanno eletto quello lì potrei credere a qualsiasi cosa. Ma... aspetta, gli spettri vogliono parlare."
...
"Buonasera, Presidente."
"E Presidente."
"Buonasera."
"Siamo venuti qui, io Carlo Azeglio e il mio amico Sandro, perché ci stavamo rivoltando nella tomba, e..."
"Mazze e pietre! L'ho sempre detto! Certi figuri vanno cacciati con mazze e pietre!"
"Sandro, quella delle mazze e delle pietre è una bufala su di te che girava su internet. Non l'hai detto davvero."
"Una bufala. Perché, cosa c'è rimasto di reale? È reale tutto questo? Berlusconi presidente della repubblica? Stava anche questo nel Piano rinascita?"
...
"Uè figa, cum'è che è chiusa la porta? Permesso? Permesso?"
...
"Il chiavistello!"
"Noi non ci muoviamo di qui, vero? Giorgio?"
"No, Sergio. Adda passa ' a nuttata. Non ci muoviamo. Sandro? Carlo Azeglio?"
"Sempre qui."
"Sempre."