giovedì 20 marzo 2014

Prendila con filosofia

Forse non tutti sanno che alla base di ogni grande filosofia c'è una cocente delusione d'amore. 
Ecco quindi che oggi, in anteprima assoluta, vengono presentate le motivazioni con cui alcuni celebri filosofi furono piantati in asso dalle rispettive fidanzate.


“Basta, non sopporto più le tue critiche.” 
(Kant)


“Non è per quello che sei, è per come ci sei.”
(Heidegger)

“Come sarebbe a dire 'e quindi'?” 
(Socrate)

“Tutte le donne prima o poi si stancano. Io sono una donna.” 
(Aristotele)

“Sono stufa del tuo atteggiamento da seduttore! E anche dei tuoi continui aut aut!” 
(Kierkegaard)

“Non ho più idea del perché stiamo insieme.”
(Platone)

"Non sei più lo stesso."
(Eraclito)

“Ho troppi dubbi sulla nostra storia.” 
(Cartesio)

“Sono scettica su di noi. Non vorrei continuare questa esperienza.” 
(Hume)

"Stare ancora con te? Ma fammi il piacere!"
(Epicuro)

"Rivoglio la mia libertà."
(Mill)

"Penso che sia finita. È finita."
(Anselmo d'Aosta)

“Sì, ti lascio. Ma tanto lo sai che ritorneremo sempre insieme.” 
(Nietzsche)

“Chiudiamola qui. Stare con te è alienante.”
(Marx)

“Non voglio più stare con te. Assolutamente no.”
(Hegel)

“Non fare così. Sono sicura che anche senza di me riuscirai a trovare una via.” 
(S. Tommaso)

“Non è che tu sei tu, è che io sono io”
(Fichte)

“Beh, tesoro. Non abbiamo più niente da dirci.” 
(Wittgenstein)

lunedì 17 marzo 2014

Il Canzoniere degli elementi - Parte prima (1-36)

Come accennavo all'inizio dell'anno, la poesia scientifica per il 2014 è in corso d'opera.

Oggi metto online la prima parte del Canzoniere degli elementi.
Non è un trattato in rima di chimica inorganica. È poesia per riduzionisti disadattati.






Il Canzoniere degli elementi è un’opera in versi costituita da una silloge di poesie in metro vario: una poesia per ciascuno degli elementi della tavola periodica.
L’idea di trarre spunto dagli elementi chimici non è originale: ci ha già pensato Primo Levi ne Il sistema periodico (1975) con ventuno racconti dedicati ad altrettanti elementi, e ad essi legati.
In questo Canzoniere si mantiene l’intento di legare l’elemento che dà il titolo a ciascun componimento vuoi a episodi di vita, vuoi alle caratteristiche dell’elemento stesso; ma l’intero corpus è anche pensato come un’unica narrazione in versi di un’unica vicenda di vita, come se si trattasse di un viaggio esplorativo attraverso la chimica e attraverso gli esseri umani.

Nella prima delle tre parti in cui ho diviso l'opera si parte con l’idrogeno e si arriva fino al kripton.

Un paio di sonetti in omaggio:

14.
Ho cercato parole col crivello:
la sintesi tra copia e creazione
un divertimento della ragione,
metateatro di basso livello.
Artificio per un vero cervello
era l’ipotesi di redenzione:
umano suffragio, ricaptazione
di buffe e pompose teorie sul bello.
Spoglio d’odori e d’amor di se stesso
sta lì per pura volontà scimmiesca
un particolato d’intelligenza;
ed io mi provo a pensarlo nel sesso
con la computabilità grottesca

di carne greve d’un corpo in giacenza.

19. 
Usare il cervello, mangiare terra,
mescolare la cenere col vento
e con l’acqua, tenere sotto il mento
universi o sassi; la mano serra
la polvere bianca dell’anteguerra
sui fiori che sbocciano, mille, cento,
forse uno soltanto; ché il cielo, attento 
gli tonfa sopra, subito l’afferra.
Degli insetti, sociali almeno loro,
ispirano nei presenti una blanda,
sciocca metafora sulle angiosperme:
i fiori sbocciano senza decoro,
ronza come un’ape la propaganda,

la terra rinasce senza conferme.


1 -  Continua

[edit - settembre 2014: ho rimosso il link perché a breve sarà pronta l'opera completa]

sabato 8 marzo 2014

Otto marzo

Buongiorno.

Questo è un post sull'otto marzo che, come saprai dal proliferare di mimose e di buoni propositi sulla parità sessuale, è la festa della donna.

Allora, siccome appartengo alla categoria delle femmine, questo è il mio post sulla faccenda.

Per cominciare, guarda qui. Questo è un disegno (che ho preso da uichipedia) che rappresenta l'apparato genitale femminile. Di default, siamo fatte così!



Se invece ti intrippa di più la genetica, puoi pensarla come un doppio cromosoma X.

Ma potrebbe anche essere che quella femminile sia solo l'identità che una si sente di avere, anche se la biologia dice diversamente.
Va bene comunque.

Hai pensato? Hai guardato? Ecco. Una donna.

Adesso penserai che scriverò un post lungo e serio sulle discriminazioni di genere, sul fatto che se tra le gambe hai una vagina invece di un pene comunemente guadagni di meno, lavori di meno, non hai accesso a tutte le posizioni di potere, quando ti va male ti accoltellano o ti sfregiano perché ci si aspetta, la società si aspetta, che siccome sei concava dovresti essere disposta a concedere l'utilizzo della tua morbida concavità a chiunque ne faccia, cavernicolamente, una richiesta più o meno esplicita. Oppure sul fatto, speculare e omologo, che c'è chi sostiene, in pieno amor cortese, quanto la donna sia un essere dolce, buono, di cui l'uomo si dovrebbe prendere cura.

Va bene, va bene. Ma il mio intento non è di parlare di tutte queste cose qui, che pure sono molto importanti, perché oggi è l'otto marzo, e ci sono già fiumi di inchiostro e miriadi di pixel spesi a riguardo, e con ottime argomentazioni.

(Ehi! Oltre che della donna oggi dovrebbe essere anche la festa della preterizione!)

Ora che hai pensato a tutte queste cose serie e importanti, pensa alla più seria e importante di tutte.
Ossia che quella che hai davanti, e a cui stai sventolando sotto il naso il mazzolino di mimose, è una cosa ben strana.

Non è una vagina. Non è un doppio cromosoma X. È una persona. E lo è prima di essere una donna, così come tu sei una persona prima di essere bianco, nero, italiano, mozambicano, ebreo, cattolico, indù, vegetariano o iscritto al partito umanista. Per quanto, dico, l'utilizzo di categorie sia spesso comodo e anche funzionale. Ma non è che bisogna perdersi la consapevolezza dei limiti del modello, se no va a finire che dici "donna" e puoi pensare contemporaneamente a Rita Levi Montalcini e alla Saponificatrice di Correggio. Capisci che c'è qualcosa che non va?

Va bene? Persona. E questo vuol dire che ha dei diritti in quanto persona, dei doveri in quanto persona, e delle caratteristiche umane in quanto persona. Non in quanto donna.

Non è buona e generosa in quanto donna. Di converso, non è una che la dà via come il pane in quanto donna. (Sì, il discorso che sto facendo vale anche per l'abilità di parcheggiare.)
Magari è buona e generosa, magari è sessualmente disponibile, ma perché è fatta lei così, lei come individuo, e ogni individuo, nei limiti di variabilità della specie, è un caso a sé.
Ok, presumibilmente in quanto donna fa la pipì seduta, e per un certo periodo della sua vita avrà le mestruazioni, ma basta così. Che sia dolce, carina, stronza, intelligente, emotivamente forte, stupida come una capra, abile in cucina, brava a briscola, è un fatto che viene a parte, che non è legato al fatto di fare la pipì seduta, così come non è legato al fatto di avere la pelle bianca, gli occhi neri, di credere negli spiriti o di parlare giapponese come prima lingua.

Persona.


Weltanschauung

In Svezia si sposta una città per fare posto a una miniera. Poi dici che hanno l'Ikea.

In Italia sarebbero sorti almeno tre diversi comitati No Miniera, ci sarebbero state mobilitazioni contro il trauma psicologico dei licheni, sarebbero state indette vibranti campagne per la tutela dell'aurora boreale, si sarebbero schierati gli intellettuali del dissenso perorando la causa con lunghi e poetici sermoni sul concetto di miniera in Dickens, in Zola e in Ciàula scopre la luna di Pirandello, il governo avrebbe mandato l'esercito, quattro diversi schieramenti politici avrebbero cercato di lucrarci sopra del consenso elettorale e intanto sarebbe franato tutto. Ci sarebbe stato poi un processo sui crolli, uno sull'assegnazione degli appalti per la ricostruzione, una causa civile volta a stanziar risarcimenti per il nesso tra miniere e autismo, un'inchiesta televisiva, una controinchiesta televisiva che smontava la precedente inchiesta televisiva, un plastico della miniera da Vespa e un messaggio di Papa Francesco col commento di Eugenio Scalfari.