come se non se ne fosse già scritto fino alla nausea,
Sonetto dell’amore
S’è detto impulso, e sogno, e artefatto
dei sensi, dell’istinto e della voglia;
e grumo di ragione che si imbroglia,
un dolce e sacrosanto venir matto,
s’è detto forma pura di contratto
senza parole o con troppe, la soglia
del corpo che si veste e che si spoglia,
s’è detto solitudini a contatto,
s’è detto fiato che inciampa e si spezza,
attesa in controluce, il prender cura
d’aspettative incostanti e comuni,
s’è detto vita intera e l’altra mezza,
s’è detto forza e culmine e paura,
e mai che ci si possa dire immuni.