sabato 28 marzo 2015

Equivalenze

L'arte infiocchetta di parole inutili concetti esprimibili altrimenti con maggiore puntualità. Essa è, pertanto, degenerata e abominevole. Sia anatema! A cosa servono le metafore? A cosa gli espedienti retorici? A cosa l'armonia, la visione d'insieme, i richiami ad altre opere, al mito, all'ineluttabilità della natura umana?
Pussa via! L'importante è comunicare il concetto.
Si consideri ad esempio la perfetta equivalenza tra questo sonetto e la sua versione originale.



Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella qui m'invoca
che fa tremar la mia area di Broca
e la corteccia visiva turbare.

Ella si va, sentendosi laudare,
a rilasciar dopamina che infoca:
e se vi par che la cosa sia poca,
pure d'estrogeni non vuol mancare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira
che vien l'ipofisi con l'ossitocina
e intender no lo può chi no lo prova:

e par che da la sua labia si mova
cogenza a stimolarmi l'endorfina
che 'l cerebro rilascia e si sospira.

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