mercoledì 8 maggio 2024

Sonetto su una solitudine politica e umana

Entro i rampolli d'Arcore la sera 
scende languendo, tenendo sui bordi
l'aria di gloria d'antichi ricordi 
che tinge d'ombra questa primavera.
L'uno s'arrangia in novella galera,
l'altro rimembra ancor passati ingordi,
un terzo già smaltisce i foschi esordi
dei suoi domiciliari e non dispera.
Solo, in un angolo, ignoto e lontano,
rimane un uomo dal volto congesto,
e parla all'urna di Silvio, angosciato.
"Mentore e padre dimmi, sono Alfano:
davvero fui tra lor l'unico onesto?
In quale parte di me ho sbagliato?"