giovedì 27 giugno 2013

Shakespeare in Math


Ipotesi di Shylock
Sia X = {x t.c. x ha occhi, mani, organi, statura, sensi, affetti, passioni}
Dimostrare che se y è ebreo, allora y ∈ X.

Lemma di Riccardo III:
Proposizione P: siano R={r : r è un regno}  C={c : c è un cavallo}; allora ∃ f:R → C t.c ∀r ∈ R  ∃c ∈ C t.c. c= f(r)
La proposizione P è falsa.

Teorema di Lady MacBeth
Sia M lo spazio denominato “piccola mano”.
Sia Β la famiglia di insiemi di balsami Bn d'Arabia in grado di profumare M.
Teorema: B non è un ricoprimento per M.

Congettura di Amleto:
non(E et nonE)?






(salvo errori od omissioni)

lunedì 3 giugno 2013

Realtà e minzione


Ieri siamo andati in gita sul Pollino e, dal momento che ci siamo fermati in un'area di servizio a fare benzina e altri bisogni, e io sono dovuta rimanere in coda davanti ai bagni con l'angosciante compagnia di fanciulle uscite da qualche sogno malato di Maria De Filippi, mi si è sollevata un'annosa questione che da molti anni ormai mi tormenta.

Perché le donne impiegano ore per fare la pipì?

Non parlo di quelle, generalmente molto giovani, che vanno in bagno a coppie.
(Non ho mai capito perché)
O di quelle molto anziane, che escono a frotte dal loro pullman diretto verso il nonsoquale santuario della madonna e varcano le soglie della toilette esattamente un secondo prima che io abbia la possibilità di lanciarmi davanti a loro con tutta la forza della disperazione.
Parlo del generico essere umano femminile, che una volta che scompare dietro la porta "Ladies" non sai mai se e quando ne uscirà.
Ho pensato all'inizio che fosse un problema di tempo percepito, così ho fatto un'importante scoperta filosofica: quando Bergson parlava di tempo interiore e durata, con ogni evidenza aveva formulato la teoria mentre pazientava che si liberasse un cesso pubblico.
Al contempo ho fatto anche un'importante scoperta letteraria: è assai probabile che Marcel Proust prima di scrivere l'opera che lo ha reso immortale icona del Novecento si fosse ritrovato ad attendere l'uscita di Albertine dalle toilettes di tutta Balbec.
Insomma pensavo che fosse un problema di percezione: nel senso che se stai in fila e ti scappa, ma ti scappa tanto, di quelle che ti si rizzano i capelli in testa, allora un secondo ti sembra un minuto, un minuto una mezz'ora, il tempo tutto ti sembra frutto di uno di quei paradossi della relatività generale.

Allora ho fatto un esperimento empirico.

Ogni volta che vado in un bagno pubblico provvisto di almeno due servizi, cerco di entrare nel mio precisamente quando un'altra donna entra nel suo; faccio quel che devo, tiro lo sciacquone, esco, mi lavo le mani, me le asciugo con calma e intanto verifico se il soggetto di controllo per la sincronicità della minzione ha finito prima o dopo di me.
Be', ogni volta, ogni santissima volta, ciclo o non ciclo, quella esce quando ormai io sto fuori da un pezzo e ho le mani lavate e asciutte e ho anche già aggrottato le sopracciglia temendo che sia finita giù per il buco.

Perché?! Perché ci mettono tanto?!
E non dite "Perché si devono sedere": anche io mi devo sedere, o meglio, devo flettere le gambe quel tanto che mi permetta di stare sopra la tazza ma senza toccarla, il che tra l'altro è un ottimo esercizio per rinforzare le cosce (e voi fate zumba e pilates e pagate pure, prrr).

Ho vagliato le seguenti ipotesi:
1. La mia vescica ha una capienza dimezzata rispetto alla Vescica Femminile Standard e quindi, a parità di portata ureterica, ci mette di meno a svuotarsi.
2. La mia uretra sopporta pressioni inusitate, come le pompe di benzina della Formula Uno, per cui il mio Tempo di Svuotamento è effettivamente molto minore del normale.
3. Le donne che usufruiscono dei servizi pubblici hanno tutte la cistite, per cui sono costrette a farla col contagocce.
4. Nelle toilettes femminili accadono cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare.

Ma non ne sono ancora venuta a capo. È una cosa che mi fa impazzire.