lunedì 21 febbraio 2022

Il giorno in cui scomparve il rancore (due sonetti)


1.
Un giorno come un altro, nel rossore
senza pietà dell'alba, in un baleno
davvero impercepito, venne meno
il solo sentimento del rancore.

Scomparso d'ogni dove; dal furore
dei moralisti a termine, o l'osceno
e aspro dimenarsi senza freno
di vecchi amanti; scomparve dal cuore,

e dalle menti e infine dal ricordo.
Che fare? Tutt'a un tratto lacerato
l'indomito collante, il vero assenzio

del mondo, sopraggiunse un suono sordo.
Per un istante, lungo e incalcolato,
tutto si raddolcì: e fu silenzio.

2.
Ma non si poté stare troppo nudi:
senza rancore, che cosa s'inventa
chi poi di sé non sa e non s'accontenta?
Si fecero, tremando, alcuni studi

su altri sentimenti amari e crudi,
ipotesi d'invidia, d'irredenta
umana gelosia, e turbolenta
acredine reciproca; preludi

d'un odio tacito, d'aria sconvolta,
che pur non era rancore, ma quasi.
Non funzionò. La gente ne impazziva.

Dovettero inventarlo un'altra volta,
rimetterlo a guidare i loro casi.
E tutto tornò ad esser cosa viva.

lunedì 14 febbraio 2022

Certi legami

Scrivere poesie d’amore è difficile e pericoloso. 

L’esperienza è talmente comune, talmente ineludibile e talmente intensa, e i pregressi poetici sono d’altro canto talmente vasti, pervasivi e validi che il rischio concreto è di affogare le parole nella melassa confondendo con la poesia, come purtroppo spesso accade, quella che non è che la mera sincerità dei propri sentimenti.

Però il punto - l’amore, dico - è centrale nella vita di (quasi) tutti, che ci sia o che manchi; lo è comunque nella mia, e affrontarlo in versi prima o poi era nel computo delle cose possibili. Siamo esseri amanti, e siamo anche corpi fisici, fatti di reazioni chimiche, di neuroni che scaricano, di molecole che interagiscono e di tutto l’armamentario fisiologico che, con qualche foga riduzionista, vorremmo impiegare come secondo linguaggio quando parliamo, infine, d’amore e di attrazione.

Questi sonetti combinano chimica e sentimenti con una leggera predilezione, qualitativa, per i secondi - anche perché la stechiometria in endecasillabi è, lo confesso, al di fuori della mia portata tecnica. Molecole e sensazioni, consci dell’ambivalenza della parola “legame”, si cedono quindi vicendevolmente il passo nell’evocare parte di quel mondo emozionale che non muove più il sole e le altre stelle, ma che ancora mangia il tempo e i giorni e li carica di senso.

Qui trovate il PDF:




martedì 8 febbraio 2022

Sonetto sul curling

 La vita è imprevedibile.


Sonetto sul curling
La precisione, la pausa, l'attesa;
lo studio della scelta, dell'opzione,
lo scatto repentino d'opinione,
la fisica che resta, lì sottesa,

mentre già scivola, senza far presa,
lo scopo della storia. L'attenzione,
quell'incertezza chiusa nell'azione,
la fine della corsa, la difesa,

l'attacco, l'ascoltare il crepitio
del movimento. Son fatti di vita,
metafore di cui temo l'impaccio.

Ma non importa, conta il mormorio
di questa fuga sommessa, infinita,
di questa pietra che sciama sul ghiaccio.

mercoledì 2 febbraio 2022

Doppio sonetto sulla dimostrazione di Euclide dell’infinità dei numeri primi

Doppio sonetto sulla dimostrazione di Euclide dell’infinità dei numeri primi

1.

Se i primi, sai, non fossero finiti,

potremmo allora prender tra di loro

quello maggiore. Si faccia tesoro

poi del prodotto dei primi riuniti


sotto di quello, per bene censiti;

e poi s’aggiunga uno, e gran lavoro

di divisione si conti tra il coro

di quei fattori già lì definiti.


Dei primi usati, nessuno divide

quel numero: c’è sempre un di resto.

È primo questo numero? Domande!


Che sia o che non sia, il tutto stride

col fatto d’aver preso, per pretesto,

uno che fosse dei primi più grande.


2.

Giacché se non è primo, si dimostra

che tra i fattori dovrà pur contare

un primo che tra gli altri non compare,

e ch’è più grande di quell’altra chiostra


di primi che avevamo in mano nostra.

Se poi risulta primo, bell’affare!

È lui il più grande! Ci tocca obiettare

che quello esibito in bella mostra


tra i primi che avevamo ben contati

non è il maggiore dei numeri primi.

E quindi infine ci siamo capiti,


e questi sono stati i risultati:

non c’è ragione umana che già stimi

che i primi siano meno che infiniti.


martedì 1 febbraio 2022

Lamento amoroso del fermione

Sonetto scritto per biasimare la dozzinale intemperanza di associare l'equazione di Dirac all'entanglement e, di qui, agli amori lontani e perenni. 

Lamento amoroso del fermione

Andavo col mio solito spinore

un giorno dentro il corso di un agone

quantistico, facendo professione

di fisica soltanto, e con fervore.


Ecco, mi coglie un ossuto dolore.

M’han detto nuovamente: l’equazione

che ti descrive, solingo fermione,

è fatta per i crismi dell’amore.


Ma quale amore! Che qui, pari a me

in questo stato quantico, nessuno

può stare mai, per cogenza di legge!


E solo me ne resto, senza che

d’amore venga un alito opportuno,

sopra di cui altra vita si regge.