mercoledì 26 luglio 2023

I' vorrei che il padre di Lapo ed io

L'altro giorno Alain Elkann si è molto lamentato della compagnia su un treno ad Alta Velocità diretto a Foggia, e ha ritenuto di farcelo sapere a mezzo stampa sul quotidiano posseduto da parte della prole. 

Io non ho parenti che posseggano quotidiani quindi devo dire la mia in altra sede.


Sonetto su un treno per Foggia


Alla ricerca del tempo perduto

mi trovo, su di un treno verso Foggia,

la penna che pur rapida s'appoggia

al foglio, su un percorso sconosciuto.


Ma quel vagone caro non è muto:

accanto a me già vilissimo alloggia

un crocchio pubescente. E come sfoggia

un gergo tracotante e dissoluto!


Parla di donne e di notti, e di calcio,

funesta con continui battibecchi

il mondo mio, di lino e stazzonato!


Deh! Scendo, ritenendomi d'intralcio

a quei sodali, ahimè lanzichenecchi.

E poi non m'han nemmeno salutato.


martedì 25 luglio 2023

Luoghi

 È morto Marc Augé.

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"Mi dite dove sono? Sono nuovo,

io qui, da poco e brutalmente arrivato.

Ma sì, son morto, oppure son rinato,

e non so bene più dove mi trovo.


Descriverò lo spazio, o meglio, provo:

non è passaggio, contiene un passato,

le relazioni l'hanno decifrato;

e non è provvisorio. Dentro scovo


l'incredula mancanza del consumo,

vi manca pure l'aspra solitudine,

a cui laggiù nessuno trova sfogo.


Il Paradiso, forse? Lo presumo:

e mi pervade dolce l'inquietudine

d'aver trovato anch'io, infine, un Luogo.”


sabato 8 luglio 2023

Una bevanda isotonica

Sonetto sul Gatorade, scritto per gioco una sera in libreria alla Millelibri.


Una bevanda isotonica


Viene l'estate più bianca, laconica,

che accosta bianchi muri e del sudore

e bianche notti ormai senza pudore,

accese di una luce malinconica;


e sete scende umana, cacofonica

nel fare in gola chiocciando un rumore

che geme, poi s'articola e poi muore

nel gorgo d'una bevanda isotonica.


Chi beve beve parte di se stesso,

stilla coscienza, progetti, si sforza

d'avere un corpo proprio che ripeta


i suoi motivi, la voglia, il riflesso

di pelle che diventa acqua e scorza

d'un universo che in sé si disseta.


venerdì 30 giugno 2023

Il brontolio del cosmo

 Il brontolio del cosmo

E venne sotto allora sullo sfondo
un brontolare largo e muto quasi,
udibile soltanto fra le basi
dell'universo rimasto profondo;
e della gravità che lungo il fondo
lasciava solchi di sé inevasi
le onde perturbavano la stasi
di spazio e tempo. Forse un finimondo,
la danza di violenti buchi neri,
le pulsar che contavano il ritardo
dei loro lampi increspati di luce,
e tutto il borborigmo si traduce
nell'imparare, viventi, lo sguardo
su quel ch'è stato altrove, chissà, ieri

giovedì 22 giugno 2023

Strofe saffica - L'amante, o quasi

Esercizi poetici. La strofe saffica è composta da tre endecasillabi saffici e un adonio, che è un verso di cinque misure, un verso che suona quasi interrotto dopo la lunga musicalità dei tre che lo precedono. La metrica italiana è accentuativa e non quantitativa come quella greca classica: vuol dire che le sillabe vengono contate in base agli accenti che hanno e non alla lunghezza, e la strofe saffica è stata quindi adattata alle esigenze della nostra lingua. È noto il lavoro che ci fece sopra Giovanni Pascoli, che ci aggiunse le rime e che con questo metro scrisse per esempio la sua famosa poesia "Novembre".

Siccome fa sempre bene esercitarsi, stamattina ecco qui la mia versione di strofe saffica, nella forma che è passata attraverso Pascoli.


L’amante, o quasi
Stava davanti a me, con un affetto
intonso, senza carie, che chiedeva
di ragionar di sé come un precetto.
Con me, l’allieva.
Non che dovesse insegnarmi qualcosa:
considerava se stesso una bozza,
che fa discorsi che dire non osa,
e se ne ingozza.
Eppure, qualche singola parola
bucava la paura e l’afasia:
usciva a farsi nota, tutta sola,
e andava via.
La voce gialla, dispersa nel suono,
diceva, con istinto iconoclasta:
“Ti guardo, non so più che cosa sono,
e così basta.”
Aveva nella bocca allora questo
timore di vedersi parassita,
e di scambiarlo già per un pretesto
d’essere vita.

domenica 18 giugno 2023

Il boomer

 Mio padre ha 75 anni. Mio padre ha 75 anni e ha sempre avuto con la tecnologia un rapporto di reciproca diffidenza. Rimpiange i tempi in cui si scriveva con la macchina per scrivere e si fotografava con la pellicola, senza ricordarsi - io sì, perché sono figlia, e memore, e stronza in qualità di figlia memore - che non ha mai imparato a scrivere a macchina né tantomeno a fotografare con le macchine a pellicola. Costretto dallo Zeitgeist e dalla presbiopia a sostituire il vecchio cellulare con uno "smàrfon", mio padre ha 75 anni ed è entrato nel ventunesimo secolo. Tutto contento. Adesso mi scrive su Whatsapp e pare che non abbia mai fatto altro nella vita.

La settimana passata fa una di quelle cose tipiche dell'età, cioè va a una cena coi suoi vecchi compagni di classe dell'istituto magistrale. "In realtà ci troviamo per vedere ogni anno chi è ancora vivo" dice; e aggiunge che è tornato a casa molto soddisfatto perché dei suoi compagni di classe è quello che sta di gran lunga meglio in salute e che quindi smetterà di lamentarsi dei suoi modesti acciacchi, il che è una mia dignitosa perifrasi per dire che non ha mai avuto niente di grave, giusto di tanto in tanto un raffreddore, raffreddore che ha sempre affrontato zoppicando per far vedere che era malato.
(Racconto queste cose in qualità di figlia memore, vedi sopra.)
Orbene, i compagni di classe dell'istituto magistrale sono entrati nel ventunesimo secolo anche loro, con ogni probabilità tutti prima di lui, e hanno tutti Whatsapp sul loro relativo "smàrfon", e quindi mio padre è uscito dalla cena di classe iscritto al gruppo Whatsapp dei suoi compagni di classe dell'istituto magistrale.
Ignaro.
Innocente.
Puro, egli era.
E quindi telefona a me, figlia integrata di padre apocalittico, per raccontarmi il suo sgomento di fronte alle chat di gruppo di Whatsapp.
"Dicono tutti soltanto buongiorno" "E il santo del giorno" "E immagini co Snùpi" "I dise solo che monade" (passa al dialetto per acuire la manifestazione del suo sgomento)
Mio padre ha 75 anni, è entrato nel ventunesimo secolo e adesso ce l'ha coi boomer.

martedì 13 giugno 2023

Necrologio

Necrologio

E quando, dopo trent'anni d'attese,
sul fiume transitò il fatal defunto
che a tutto in qualche modo trovò prezzo,
si vide, con un certo disappunto,
che in acqua era passato già da un pezzo
il corpo morto e stanco d'un paese

domenica 4 giugno 2023

Al mercato

Sonetto scritto dopo quarant’anni di realismo capitalista

Al mercato


Volevo cominciare a fare acquisti:

è lecito se vuoi, così tu dici.

Richiesi quindi tre ore felici,

capacità di negare imprevisti,


speranze di domani, viaggi tristi

che non lasciassero mai cicatrici,

la stima di qualcuno, tanti amici.

Resuscitare i morti a noi frammisti,


pagare dignità e acquiescenza,

questo volevo: per niente temendo

che mai costasse ancora troppo caro.


Comprare vita, fiducia, pazienza,

che se m’avanza poi me la rivendo;

e non trovai né prezzo né denaro.

martedì 30 maggio 2023

Sonetto di Emmy Noether


Il movimento di quest’universo

si regola fra le coordinate,

si nutre di grandezze derivate

in un linguaggio algebrico sommerso


che dice del comune e del diverso;

in equazioni bene calibrate,

negli invarianti e le forme traslate,

in ciò che ruota ancora in ogni verso,


infine si concede in un’azione,

nei tanti modi di dire energia

che muta, dunque, mentre la si osserva.


Così comprende allora la ragione:

lì dove resta qualche simmetria

c’è già qualcosa poi che si conserva.


sabato 20 maggio 2023

Quartine di malavoglia

Susanna Tamaro si è lamentata che a scuola si studia troppo Giovanni Verga.


Quartine obbligatorie.
"Mi pare che costui già troppo s'erga
tra i banchi nostri: che scelta infelice!"
così si espresse un giorno una scrittrice
sul fato del malcapitato Verga.
"Sta lì, chi più lo muove? Bello saldo,
granitico nella verista spoglia,
e dàgli che leggete i Malavoglia,
Rosso Malpelo e Mastro don Gesualdo!
Guardate quei ragazzi, quei bambini!
Trascorrono infinite settimane
a compulsar novelle rusticane,
a naufragare con tutti i lupini!
Perché, piuttosto che la provvidenza,
non vi studiate - facendone scorta -
l'andar lì dove il cuore poi vi porta,
che proprio non dovreste starne senza?"
Così fremeva, sbottando perciò,
spargendo la sua roba tutt'intorno,
nemmeno avesse avuto pari scorno
del già morente vecchio Mazzarò.
Rispose Verga, dal vasto riparo
dei vinti cui porgeva la parola:
"Scusate, non vorrei parlar di scuola,
ma poi chi minchia è questa Tamaro?"

Sonetto della forma

La forma

Permane un’inquietudine sfalsata,

la sovrapposizione malaccorta

di tante fasi di me; la più corta

che copre a stento quella più allungata,


quella presente su quella passata,

una futura che sembra già morta,

un’altra viva che invece s’è sporta

avanti però tutta impreparata.


Così vien via la voglia inopportuna

d’aver pensieri nuovi e poco scaltri;

la testa s’abbandona e si risciacqua.


“La forma mia non mi dà pena alcuna:

si è soli unicamente in mezzo agli altri”

dice la goccia d’olio immersa in acqua.


venerdì 5 maggio 2023

1≠0

1≠0. 

Se fosse 1=0, infatti moltiplicando entrambi i membri per un arbitrario numero reale x avremmo 0x=1x, e cioè 0=x, e quindi l’asse reale sarebbe costituito dal solo zero. E ciò non è, per cui 1≠0.


E quindi ho pensato a Leibniz, e a Heidegger, e alla metafisica, e alle ricerche dell’astronomia, e quindi sonetto.


(Ammetto che “e quindi sonetto” segue da pressoché qualsiasi premessa.)




Perché c’è poi qualcosa e non il niente

io non so dire: fu l’aspra follia

d’un universo che sembra che sia

però del tutto muto ed incosciente.


Principio di ragione sufficiente,

l’abilità del vuoto, o la via

originaria di un’asimmetria

che sparigliò materia: qui presente


esiste, infine, tutto l’universo

col carico di numeri e mistero

che ci portiamo addosso e nella testa


E l’uno dallo zero è ben diverso:

se ciò non fosse, soltanto lo zero

sarebbe dei reali ciò che resta.

domenica 30 aprile 2023

Di là di un buco nero

Più ardito di Interstellar e di Rovelli messi insieme. (I chitarristi capiranno)

Di là di un buco nero
E se, di là d'un buco nero,
lì dove l'universo esiste muto
e in nessun modo s'è dunque saputo
dove finisca il verbo (ed il pensiero)
né se si spacchi o se rimanga intero,
ci fosse un posto, oscuro ed involuto,
in cui si posa ciò che s'è perduto,
in cui si scioglie infine il suo mistero?
Ci troveremmo le voglie passate,
diari inceppati, gli antichi problemi
svagati e ammollati come spettri,
e tutte le canzoni di un'estate,
sospetti sopra i massimi sistemi,
calzini, amori, treni, sogni, plettri.

venerdì 14 aprile 2023

Botanica

Era un arbusto malmostoso. Perennemente accigliato, esso se ne stava aggrappato al suolo meditando sulle proprie sorti e sul proprio posto nella natura, costernato dei propri limiti, affannato dalle proprie angosce esistenziali. L'ampia chioma compatta s'imperlava di rugiada al mattino e le luci dell'alba giocavano coi grappoli di fiori e le foglie lucenti, in una dolcezza illusoria che celava le asperità della vita, lui lo sapeva e se ne doleva penosamente; eccolo dunque che ogni giorno si macerava nelle proprie ubbie, guatando sospettoso tanto il mondo esterno quanto se stesso, incerto su cosa pensare, cosa credere, cosa sperare ormai.

Per questo motivo esso era chiamato il Rododentro.

mercoledì 12 aprile 2023

Poesie di primavera

Sonetti scientifici e haiku illustrati.

Due progetti paralleli, entrambi collaterali a quello principale che sto seguendo quest'anno, e che escono oggi, in contemporanea.




Sonetti:

Sono un commento in versi al libro di Ian Stewart "Le diciassette equazioni che hanno cambiato il mondo". Niente di nuovo: solita struttura di sonetto, equazione in bella vista. Il tutto è sulla falsariga dei sonetti sui paradossi di "E tutto sembrò falso e sembrò vero", solo che qui non ci sono spiegazioni in prosa. Formula bruta, e brute rime! E sono venti sonetti, e non diciassette!

Li potete scaricare qui. È un pdf di 25 pagine.

Sonetti sulle equazioni che hanno cambiato il mondo


Haiku:

Qui la storia è diversa, non c'è scienza di mezzo. Cento haiku illustrati in fretta, ripescando l'abitudine che avevo da bambina di fare un disegno sotto le cose che avevo scritto su ogni pagina del diario. Struttura metrica fissa, 5-7-5 sillabe metriche, e disegno o foto a seguire. 

La versione pdf è liberamente scaricabile qui sotto, sono 140 pagine; il file è pesante (66MB) per via delle illustrazioni. Se decidete invece che volete assolutamente una copia cartacea, io intanto vi ringrazio, e poi la trovate su Amazon a 10 euro.

Haiku in bianco e nero (PDF)

Haiku in bianco e nero (paperback)


domenica 2 aprile 2023

due aprile

La parte interna del 2 aprile

Faccio un elenco. Con me già ritrovo
un aggregato d'oggetti parlanti,
i piedi che solleticano, tanti
allegri numeri lunghi; di nuovo
un'abitudine, un letto, quel covo
di solitudine, l'ansia davanti
a dei rumori cornuti e danzanti;
a regolarli tutti un po' ci provo,
rimango in equilibrio, canto un verso,
prendo le mosse d'un altro e le rubo,
interpreto persone in qualche modo.
Sarà fatto così, quest'universo:
parole raggrumate dentro un tubo
e io che di quel tubo sono un nodo.

giovedì 23 marzo 2023

Tassellazioni

Una tassellazione aperiodica con un solo tassello! E una tassellazione aperiodica in versi!

È di questi giorni la notizia - l'ho letta ieri su MaddMaths - che un gruppo di matematici è riuscito a fare una tassellazione aperiodica del piano utilizzando un unico tassello (vedi foto). Questo tipo di tassello si chiama "Einstein", giocando col nome che significa "una pietra", e che quindi oltre al genio della relatività richiama la possibilità di pavimentare un piano. L'eccezionalità del risultato sta nel fatto che è la prima volta che ci si riesce con un tassello solo: in particolare, l'articolo dice che delle copie di questo tassello riescono a ricoprire tutto il piano, ma in modo da non formare alcuna struttura periodica, cioè comunque vogliate "tagliare" la tassellazione non troverete nessuna simmetria traslazionale.
Trovate il paper su Arxiv cercando "An aperiodic monotile", di David Smith, Joseph Samuel Myers , Craig S. Kaplan , and Chaim Goodman-Strauss. L'immagine è presa da lì.
Fin qui la matematica. In omaggio a questa scoperta, stamattina ho scritto questa roba qui, la mia tassellazione aperiodica in versi. La struttura primaria è una terzina composta da due endecasillabi e un settenario, diciamo una struttura ABc (maiuscole per gli endecasillabi, minuscola per il settenario). La struttura poi si ripete sfruttando tutte le permutazioni dell'insieme di tre elementi, con ciò ottenendo sei strofe: ABc ACb BAc BCa CBa CAb
(Volevo farlo con una base di quattro versi, e quindi 4! = 24 strofe, ma così diventava troppo lungo e non lo leggeva nessuno)
E insomma, ecco.
Ho preso tra le mani una figura
tagliata lungo i bordi, irregolare,
per ricoprire il piano;
l’ho presa, lo confesso, con paura
d’andare avanti a caso, forse invano,
senza saper che fare.
Ma poi ho cominciato a tassellare:
con infinita pazienza, con cura,
da quel singolo grano,
in modi che nemmeno puoi contare;
e ne scoprivo un mondo vario e strano,
d’insolita struttura.
Per quanto volga lo sguardo lontano,
non vedo simmetria nel trasportare
orizzontale e pura
la forma primigenia dell’arcano:
periodica non fu, eppure dura
ovunque voglia andare.



sabato 18 marzo 2023

Sonetto pitagorico

Primo sonetto di un omaggio a Ian Stewart e alle sue 17 equazioni che hanno cambiato il mondo

Teorema di Pitagora


È facile sapere che si usa

per regolare i rapporti consueti

voluti tra i quadrati dei cateti

sommati e quello sull’ipotenusa.


Ma la faccenda qui non è conclusa:

ché conosciamo universi concreti,

di metriche diverse già completi,

in cui di verità non è preclusa


un’altra forma. Tra queste premesse

valgono allora diversi governi,

vale la forza d’un altro artefatto,


dalle pareti concave o convesse;

e dalla somma degli angoli interni

si sa se il mondo è curvo oppure piatto.

martedì 14 marzo 2023

Pi day 2023

Sonetto di un numero trascendente

Non si concede ad alcuna esperienza

eppure è presupposto del reale,

oltre le forme e il senso materiale;

esterna vaga indiscussa potenza


di cui non si discute che l’assenza

dall’incostanza del mondo mortale:

è questo che per molti ancora vale

quando si parla della trascendenza.


I numeri e gli Dèi con questi nomi

spartiscono problemi equivalenti,

un infinito portandosi in dono:


una radice d’altri polinomi

che abbiano per soli coefficienti

numeri razionali io non sono.


domenica 12 febbraio 2023

Sonetto silenzioso

Sonetto malinconico e taciturno della domenica mattina


Non è silenzio, solo sospensione.

Dicevi che s'è rotto l'ingranaggio

solenne e immeritato del linguaggio,

che sta cercando la destinazione;


che manca il ritmo, o la maturazione,

che manca il senso proprio del miraggio,

la pertinenza a qualche personaggio,

la forma della prima lallazione.


Eppure sembra davvero silenzio,

e quindi pace, terrore, mancanza,

vendetta inverosimile e proterva,


ebbrezza vecchia imbevuta di assenzio;

una parola tardiva mi avanza

e non so bene ancora a che mi serva.



domenica 15 gennaio 2023

Il girone dei mediocri

 Il ministro della Cultura ha appena dichiarato Dante padre della cultura di destra. Necessitano terzine.

(Si ringrazia l'Originale, canto III, inferno)

Il girone dei mediocri
"Vedete dunque laggiù l'Alighieri:
che fu dei destri il padre son sicuro.
Così pongo nell'oggi i modi d'ieri."
Queste parole di colore oscuro
mi riferì la bocca d'un ministro,
per ch’io: "Maestro, il senso lor m’è duro,
a malapena i nomi ne registro."
Ed elli a me, con agro umore in petto:
"Non v'è question di destro o di sinistro.
Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ ho detto
che tu vedrai le genti dolorose
c’ hanno perduto il ben de l’intelletto,
il limite del verbo e delle cose."

martedì 10 gennaio 2023

Affetti spezzati

 Sonetto d’un prelato e un principino


Gemette l’ex reale, con gran scorno:

“Ma guardami, quaggiù fra gente bassa,

spettegolando intento a batter cassa, 

inutile secondo, forse corno!


D’antichi fasti adesso disadorno,

la mia famiglia ancora mi declassa!”

“Vedi, il potere è pur roba che passa,

ma noi dobbiamo restarci all’intorno,


serbare sempre il rancore ben fresco”

disse il famiglio del fu Benedetto

“Scriviamo libri col pugno mai domo!


Insolentisci William (io Francesco)

con qualche lacrimoso mezzo detto.

Così pur si mantiene al mondo l’uomo”.


sabato 7 gennaio 2023

Sonetto dei satelliti medicei

 Il 7 gennaio 1610 Galileo Galilei scopriva tre dei quattro satelliti maggiori di Giove; il quarto una settimana dopo. Da allora sono noti come satelliti medicei.

E quindi,

Sonetto dei satelliti medicei
Non tutto ruota allora attorno a noi;
non siamo quel fruttuoso e giusto perno
dell'universo, del senso; l'eterno
accumularsi del prima e del poi
non è motivo nostro; non eroi
né limiti del cosmo, né governo
o mai destino siamo; e del moderno
discorrere del mondo, se lo vuoi
trattare con le leggi di natura,
noi siamo parte, ma non siamo scopo.
Altro, diverso e lontano, si muove:
senza che sia ragione nostra e nostra cura.
Ma questo, che ora dico, verrà dopo.
Stanotte guarda lungo intorno a Giove.