lunedì 20 luglio 2020

Sonetto dell'appendice vermiforme

Sonetto dalle rime difficili sulla mia testè eseguita ecografia addominale di controllo
La subdola appendice vermiforme
che un giorno, ingrossata ed infingarda,
si fe' mostrare all'occhio che la guarda
stizzosa, tumescente e quasi enorme,
seppur non tanto uscita dalle norme
da fare sì che un colpo d'alabarda
potesse pur mozzarla, all'ora tarda
di oggi infine risulta che dorme.
Quel tubicino crudo, cieco e zotico
s'è dunque ben sfinato e non lo vede
la sonda dell'ecografo; nel mentre,
colpito da più giorni d'antibiotico,
si sfiamma, s'addomestica e recede,
non più causando coliche nel ventre.

domenica 5 luglio 2020

Sonetto sul capannone

Ove ci si ricorda delle proprie origini venete e si scrive un sonetto caudato.
Il capannone 
Campagna, te go dito, la ghe gera
tuta qua intorno; forse resta
sottesa ai vincoli, poi, di cartapesta,
del lavorare finché viene sera.
È tutta roba fatta, e vita vera,
è quello che ci cova nella testa
e non c’è mai nessuno che protesta,
non c’è nessuno che dice che spera
in anime diverse. Fato puìto,
e che el governo me staga distante.
Son vivo come devo, e non saprei
davvero esser altro. L’infinito
è dato in poche cose, non in tante:
mi sò el paron qua dentro, co’ i me’ schei,
e dica pure lei,
e chi non ha da dire, el varda e el tasa.
È questo che fa il mondo, mondo e casa,
che gravita e si intasa
fin dentro un ordine senza ragioni
ch’è campi e giorni e notti e capannoni.