Sonetto scritto per biasimare la dozzinale intemperanza di associare l'equazione di Dirac all'entanglement e, di qui, agli amori lontani e perenni.
Lamento amoroso del fermione
Andavo col mio solito spinore
un giorno dentro il corso di un agone
quantistico, facendo professione
di fisica soltanto, e con fervore.
Ecco, mi coglie un ossuto dolore.
M’han detto nuovamente: l’equazione
che ti descrive, solingo fermione,
è fatta per i crismi dell’amore.
Ma quale amore! Che qui, pari a me
in questo stato quantico, nessuno
può stare mai, per cogenza di legge!
E solo me ne resto, senza che
d’amore venga un alito opportuno,
sopra di cui altra vita si regge.
Nessun commento:
Posta un commento