lunedì 21 febbraio 2022

Il giorno in cui scomparve il rancore (due sonetti)


1.
Un giorno come un altro, nel rossore
senza pietà dell'alba, in un baleno
davvero impercepito, venne meno
il solo sentimento del rancore.

Scomparso d'ogni dove; dal furore
dei moralisti a termine, o l'osceno
e aspro dimenarsi senza freno
di vecchi amanti; scomparve dal cuore,

e dalle menti e infine dal ricordo.
Che fare? Tutt'a un tratto lacerato
l'indomito collante, il vero assenzio

del mondo, sopraggiunse un suono sordo.
Per un istante, lungo e incalcolato,
tutto si raddolcì: e fu silenzio.

2.
Ma non si poté stare troppo nudi:
senza rancore, che cosa s'inventa
chi poi di sé non sa e non s'accontenta?
Si fecero, tremando, alcuni studi

su altri sentimenti amari e crudi,
ipotesi d'invidia, d'irredenta
umana gelosia, e turbolenta
acredine reciproca; preludi

d'un odio tacito, d'aria sconvolta,
che pur non era rancore, ma quasi.
Non funzionò. La gente ne impazziva.

Dovettero inventarlo un'altra volta,
rimetterlo a guidare i loro casi.
E tutto tornò ad esser cosa viva.

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