giovedì 29 settembre 2022

Un paio di sonetti di teoria dei giochi

Sonetto dell’equilibrio di Nash

Qui, tutti insieme, a guardarci negli occhi,

giocando le opportune strategie,

ciascuno in sé cercando nuove vie,

ed esiti imprevisti, ed altri sbocchi,


ostacoli reciproci, dei blocchi

al muoversi dell’altro; geometrie

dei modi e degli intenti, e simmetrie

di noi che qui giochiamo, saggi e sciocchi,


forse aspettando le mosse migliori,

forse tentandole. A volte le stesse

rimangono, qualunque cosa accada,


in una stasi fragile di umori:

finché nessuno prova l’interesse

quindi, lui solo, a cambiare la strada.



Sonetto di cooperazione e fiducia


Ancora noi; insieme, che giochiamo

con qualche gioco passato che resta

nell’ombra dei ricordi; nella testa

si porge l’eco, soffuso, il richiamo


d’una reputazione con cui ci stimiamo,

di ciò che sono state quelle gesta

di cui facciamo recupero; lesta

l’iterazione del gioco cui stiamo


ancora poi giocando si proietta

sopra il futuro quasi come un’ombra.

Giochiamo ancora, guardandoci intorno,


sopra noi stessi e dentro, senza fretta;

quest’ansia che s’affloscia, sì, e si sgombra.

Ci fideremo allora, forse, un giorno.


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