[Storie antiche di famiglia - si ringrazia la mia mamma]
LA BANANA
Erano gli anni della Seconda Guerra e O., allora bambina, andava a scuola. La famiglia di O. non era mai stata ricca ma si riusciva a mangiare tutti i giorni; tuttavia O. lo vedeva, tra i suoi compagni di classe, che c'erano bambini costretti a scrivere sulla carta del formaggio e altri che vestivano alla marinara. Tra questi ultimi, i possidenti, i benestanti, vuoi perché figli di spiccia nobiltà (il padre di O. diceva "nobile come una vacca in automobile"), vuoi perché figli di gerarchi, ammanicati, esponenti della schiuma arricchita fascista (il padre di O. veniva picchiato dai fascisti), tra questi, dico, c'era addirittura un bambino che, in piena guerra, poteva permettersi di portarsi a scuola come merenda una banana. E O. non aveva mai visto una banana, perché la frutta si mangiava quella di stagione, e in mezzo al Veneto non è mai stagione di banane.
"Perché quel bambino mangia la banana?" chiese allora a sua madre, una volta rientrata a casa. E la madre, impietosita, non volendo far pesare alla figlia le condizioni di relativa indigenza, inventò il capolavoro della menzogna: "Perché è malato, le banane sono un cibo che si dà ai malati, come le medicine"
"Poverino" pensò O., che era in buona salute e invece il suo compagno di classe era costretto a curarsi con le banane, nonostante i soldi e la buona famiglia e il vestito alla marinara.
"Poverino" pensò O., che era in buona salute e invece il suo compagno di classe era costretto a curarsi con le banane, nonostante i soldi e la buona famiglia e il vestito alla marinara.
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