giovedì 18 marzo 2021

La battaglia dell'Ultima Piuma

 La Battaglia dell'Ultima Piuma

Vorrei cantar quel memorando sdegno*
che incorse un dì di marzo in Pordenone:
fu quando, nello spasimo d'impegno
contrito nella mira, un gran cannone
(o un qualche non dissimile congegno
che poggia sui blindati) fu ragione
d'un barbaro ed insolito bel guaio:
ché si sparò, nel buio, su un pollaio.
I militi, vagando per l'oscura
e rorida campagna friulana,
s'esercitavano senza paura:
e, qui bisogna dire, con nostrana
disabitudine incauta alla cura.
Un colpo, dirozzato alla lontana,
scagliato senza l'ombra di un acume:
e furon chiocci strepiti di piume.
Immaginatevi, dunque, lo dico:
un muro che barcolla e poi si sfonda,
un muro solido, limite antico
d'un'altra più gentile baraonda;
ed il pollame ignaro del nemico
che vede il proprio sangue e quanto gronda
e non sa dirci del come e il perché,
e muore sillabando un coccodè.
[...]


La storia è questa ed è degna di un poema eroicomico in ottave alla Alessandro Tassoni.

*Non a caso, è il verso iniziale de La secchia rapita.

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