Sonetto di Ceppaloni
Fu l’onfalo politico, il segreto
appoggio d’ambo i lati, cieca sorte
nascosta dentro il numero; già forte
nel suo concedere, spesso incompleto,
oggi un permesso, domani un divieto,
nel decretare la vita e la morte,
nel far legislature lunghe o corte;
non mai futuro, nemmeno obsoleto,
fu l’immutato presente. Si crede
ora l’eterno ritorno, la stella
polare in questi cieli: “fate perno”,
un giorno disse peraltro Archimede,
“su quel ch’è sempre Clemente Mastella:
solleverete il mondo, ed il governo.”
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