mercoledì 17 giugno 2020

Sonetto lacero contuso

...di quando ho sbattuto la testa sulla finestra, ieri sera, e sono dovuta andare in pronto soccorso dove mi hanno messo quattro punti

Sonetto lacero contuso
Non ero che una solida finestra
aperta in faccia al mondo, nella sera,
come un presente ostinato che spera
e che al futuro s'aggrappa e s'addestra;
ma sento un colpo che già mi sequestra
dai miei umori lenti, dalla nera
parvenza della notte. È cosa vera?
Risuona come un maglio in un'orchestra
d'armi e dolori e fatti senza senso.
Vedo - c'è carne, lì sotto, che langue;
c'è pelle che si volge in modo crudo,
c'è l'attimo staccato dall'immenso
trascorrere del tempo: si fa sangue.
Aspetto, vibro un po', poi mi richiudo.

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