venerdì 31 maggio 2019

Esci il sonetto

Mi si fa giustamente notare che su Facebook si ottengono più like con le tette che con le rime. Mi adeguo a modo mio e vi metto a disposizione mammelle endecasillabiche con vaghezze matematiche. (Non viene nominato il capezzolo per non incorrere nelle vittoriane bizze censorie dell'algoritmo.) ESCI IL SONETTO Tra il mondo dell’astratto e del terreno, c’è, tra la matematica e la pelle, lì dove la ragione poi si svelle, il verso d'una vita. Viene meno il gusto del proibito, dell’osceno di fronte a tante e dolci cose belle che a voi s’approcciano, molli gemelle: e pur non è la curva detta seno che con quei tondi morbidi divide il nome solamente. Qui si dice di superficie curva la natura, di doppia e sempre soffice postura, che fa di morbidezza amor felice: a chi la guarda il mondo già sorride.


e, come ardito complemento:

Sonetto matematico sul capezzolo Sul culminare dell’orlo, lascivo, di quel profilo turgido e rotondo che fa di sé, solenne, intero un mondo, si staglia, d’una febbre sempre vivo, un apice, uno sfogo evolutivo, lo sbocco d’un discorso più fecondo. Qui, con la matematica di sfondo, si definisce in segno negativo hessiana quant’è detta la matrice; e lì, su quell’anelito d’un cucciolo ove l’amore passa dolce il dito, Alexandrov fa il punto, poi ci dice il nome nuovo del bottone sdrucciolo: compattificazione all’infinito.

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