Rime tempestose
(sonetto caudato sull'opera di Emily Brontë)
È voce d’un ricordo, e son le gesta
antiche d’un amore che si strugge
fra strade incomprensibili; di ugge
di chi lo vive troppo nella testa,
di chi mal si comprende, di chi resta
e poi di chi sospetta, di chi fugge;
è storia d’un amore che distrugge,
lì tra le mezze cime di tempesta.
S’intreccia, come sempre, alla famiglia:
tra i rami di chi muore, di chi aspetta,
di chi nel legno incide nomi vani;
sbeffeggia chi di troppo s’assomiglia,
s’intride imputridendo di vendetta,
eppure fu per sempre; e noi, umani
che siamo già lontani
da quell’umore liquido e taciuto,
ancora lo crediamo un assoluto:
ci par d’aver vissuto
col cuore frantumato che s’addestra
ad aspettare, osceno, alla finestra.
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