venerdì 23 dicembre 2016

Semiotica del cibo

SONETTO CAUDATO SULLA SEMIOTICA DEL CIBO
Pietanza ch'è dell'uomo la natura
io qui dirò nel darsi corpo e segno:
il gusto s'accomuna nell'ingegno
per farsi cognizione duratura.
È questa percezion, composta o pura,
a far l'identità sociale e pegno
di dieta dell'interno uman disegno
che mappa fa del sé, del pasto cura.
Fu di Brillat Savarin la ricetta
e poi di Condillac la sensazione
questa simbiosi nascosta e perfetta;
teatro d'esperienza e d'agnizione,
lingua ch'è di verbi e sensi schietta,
appartenenza e coscienza d'unione:
il cibo fa porzione
del dir di sé, del mondo, della vita
per come vien dal senso definita;
parola ch'è condita
in quel ch'è spesso ipertrofico canto,
modello di costumi reso santo.
Comunicar soltanto:
col ventre noi chiediam si possa trarne
un uomo fatto segno, fatto carne.

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