Sonetto di Epimenide
Questo sonetto si porge beffardo,
ma lo racconto col cuore sincero.
Andava, col suo passo, sul sentiero,
un certo saggio. Posò qui lo sguardo
sopra un passante, che senza riguardo
espose impertinente il suo pensiero:
“Ch’io sia cretese, non è poi mistero.
E, qual cretese, per forza bugiardo.”
Il saggio non sa dire se mendace
è dunque la parola, il contenuto,
o quel linguaggio del quale s’è valso
per dire ciò che sente; quindi tace.
Questo sonetto pure resta muto:
e ciò che dice è vero e insieme falso.
Nessun commento:
Posta un commento