(1)
Fra due e tre, trascendente, mi trovo,
son base di funzione esponenziale
e poi del logaritmo naturale,
l’uno dell’altra l’inverso ritrovo.
A definirmi, volendo, mi provo
qual somma d’ogni enne fattoriale.
Quando m’elevo alla ics, so che vale
che, ad integrarmi, ritorno di nuovo
tale qual ero, e così in derivata
non val che d’altra forma faccia spreco.
Nel seno e nel coseno, disse Eulero,
per bene già mi so rappresentata:
e se m’elevo alla i per pi greco
aggiungo ancora uno e vi do zero.
(2)
Nel prendere un ennesimo più uno
alla potenza ennesima elevato,
il limite che venga calcolato
di questo strano ed innocuo raduno
per enne all’infinito, l’accomuno
al numero che “e” viene chiamato
e così definito e fabbricato
in modo che risulta opportuno.
Coi naturali spesso lo si dice
già nella stima asintotica: vale,
per quanto s’è fin qui bene capito,
rapporto d’enne con quella radice
ennesima di enne fattoriale,
ancora ragionando all’infinito.
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