Sette pianeti in settenari
L’umano non vuol pace,
ché di saper ha fretta:
all’infinito getta
lo sguardo, e si compiace.
ché di saper ha fretta:
all’infinito getta
lo sguardo, e si compiace.
Il cielo si confonde,
d’ignote voci tana.
La rossa palla nana
lì, senza nucleo, fonde
d’ignote voci tana.
La rossa palla nana
lì, senza nucleo, fonde
idrogeno a rilento;
e fredda luce sputa,
discosta, trattenuta,
lunghissimo lamento.
e fredda luce sputa,
discosta, trattenuta,
lunghissimo lamento.
Dell’esistenza l’orme
da poco le solleva:
quaggiù noi s’esplodeva
d’indefinite forme,
da poco le solleva:
quaggiù noi s’esplodeva
d’indefinite forme,
nei mari del Cambriano
schiumavano profuse
ipotesi diffuse
d’un mondo vario e strano:
schiumavano profuse
ipotesi diffuse
d’un mondo vario e strano:
e lei, lassù, la stella
allora si raddensa,
qual fa il pensier si pensa
e infine si modella,
allora si raddensa,
qual fa il pensier si pensa
e infine si modella,
e scinde notte e giorno:
e, segni d’alfabeti,
microbici pianeti
le gravitano attorno,
e, segni d’alfabeti,
microbici pianeti
le gravitano attorno,
al lor passar si flette
la luce che lì sboccia;
son grana spessa e roccia,
serrati, tutti e sette.
la luce che lì sboccia;
son grana spessa e roccia,
serrati, tutti e sette.
La massa s’assomiglia
a quella stessa nostra,
e forse in tre si giostra,
sì come in questa biglia,
a quella stessa nostra,
e forse in tre si giostra,
sì come in questa biglia,
il gorgogliare d’acque:
chiassose, rotolanti,
sì che in codesti istanti
lo specular ci piacque
chiassose, rotolanti,
sì che in codesti istanti
lo specular ci piacque
di vita, poca o tanta,
che tutta in sé s’appaga;
e la si conta, vaga,
che un giorno la si agguanta,
che tutta in sé s’appaga;
e la si conta, vaga,
che un giorno la si agguanta,
un giorno mai venuto,
un voto mai riscosso.
Si guarda l’occhio rosso
dentro lo spazio muto.
un voto mai riscosso.
Si guarda l’occhio rosso
dentro lo spazio muto.
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