I sonetti dei premi Nobel scientifici 2016. (Gli altri non li faccio: quello per l'economia non è un vero Nobel, quello per la pace è spesso incomprensibile, e quello per la letteratura tanto non lo danno mai a Philip Roth e ne sono mortalmente offesa.)
MEDICINA
Si premia questa volta la scoperta
che cellulare norma un istituto.
La cellula si mangia il contenuto:
d’autofago mestiere si disserta.
Quale sia il modo in cui ciò si concerta
tra i geni finalmente s’è veduto:
dal lievito che in birra vien bevuto
la spiegazione n’è riuscita certa.
Così la cellula prende se stessa,
ricicla il suo ripieno ed i costumi,
così risponde alle varie infezioni;
nei mali il degradar poi c’interessa,
e ce lo dice Yoshinori Ohsumi,
quando il processo cade in mutazioni.
FISICA
A tre britanni si vuole che sia
il premio consegnato per quest’anno.
Si valuta il lavoro che i tre fanno:
la fisica che va in topologia.
Si scopre di materia la malia,
la matematica spiega (l’osanno!),
di transizioni di fase l’affanno,
e s’applica con la tecnologia.
Di superfluidi pertanto s’è detto,
di quel che c’è nell’intima struttura,
di quanto si conduce nelle bande,
di condensati e del loro concetto:
di come occhieggia l’intera natura
a topologiche grandi domande.
CHIMICA
S’ingegna la natura nel fornire
molecole legate covalenti:
i chimici propongono cimenti
d’una diversa maniera d’unire.
Meccanici legami, non per dire,
sarebbero stimati qual portenti!
E quindi siatene tutti contenti:
che in tre pur ci dovevano riuscire
e questi li si premia per la classe.
L’uno li fece su ioni di rame,
ne vennero catene di spessore;
un altro fa gli anelli su di un asse,
il terzo sperimenta quel legame
e da molecole forma un motore.
Nessun commento:
Posta un commento