mercoledì 24 febbraio 2016

Ultima passeggiata in un bosco narrativo

Per chi se lo fosse perso, per chi passasse di qui, eccetera eccetera, qui c'è il link al mio articolo apparso su "Strade" il 20 febbraio a proposito della morte di Umberto Eco.


M’apprestavo stasera a sbrigare le ultime faccende, controlla le chiavi, verifica la telecamera di sorveglianza, le solite mansioni da custode, insomma, per quanto uno si chiami Pietro e gli sia stato detto che su di lui saranno costruite chiese un custode quello fa, ecco, la porta sul retro, le luci, i monitor, lame di luce lunare che entrano dalle vetrate opache.
Doveva essere una serata tranquilla, e invece - erano quasi le dieci - m’arriva un’informativa riservata. E io la leggo e ovviamente vado nel panico. Arriva quello lì. Quello lì, capito. Che sì, tutti gli uomini sono mortali, lui è un uomo, quindi prima o poi sarebbe successo, ma uno cerca sempre di non figurarselo; e già così infatti mi chiedo: e se fosse una menzogna? Come la distinguo? Una finzione narrativa? Una metafinzione narrativa? Rileggo l’informativa. Distinguo segni convenzionali di finzionalità? Vacci a capire.
Mi gratto la testa. Sudo. Pare che stavolta sia vero.


Potete leggere il resto qui (e anche condividerlo estaticamente, ça va sans dire)
Ultima passeggiata in un bosco narrativo

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