lunedì 15 settembre 2014

La zanzara

Sonetto scherzoso su una zanzara, involontariamente stimolato dal sempre ottimo Maurizio Ternullo.


Nell’aere caldo di sera ch’è giunto
sul brumeggiare del mare in risacca
funesto è il cigolar della vigliacca
che, tosto che la miri, già t’ha punto.
E poco vale che il corpo sia unto
d’aromi sovrapposti come biacca:
poco val che sui muri vi sia tacca
del corpo ciabattato e pur defunto
dell’altre sue consimili passate!
Non val l’eterno monito dell’ali
stracciate sull’intonaco! Lei sugge
così come suol fare nell’estate;
speranza è che gli aneliti autunnali
del suo ronzar leniscano le ugge.



Dante Alighieri, nella Vita Nuova, aveva scritto parimenti un noto sonetto sulle zanzare. Lo riporto ad agio del lettore.


Una fatal tra moleste zanzare
è in casa mia, quand’ora è già venuta
di sera tarda, e ciascuno s’ammuta
e li occhi va girando per cercare.
Ella si va, sentendo bestemmiare,
con la maligna estremità puntuta
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra pel sangue succhiare.
Mostrasi sì sfuggente se la miro
che dà per l’anima un tale rancore
che ‘ntender no lo può chi no lo prova;
e par che da la finestra si mova
e tosto già mi punge e del rossore
la carne va tingendosi: sospiro.


(nella stesura definitiva della Vita Nuova Dante si accorse di aver rimato due volte in "venuta" e decise di cambiare il soggetto dalla zanzara alla donna sua)

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