mercoledì 27 giugno 2012

Meglio di Meg Ryan al ristorante

Stamattina leggo sul sito di Repubblica che è morta Nora Ephron, sceneggiatrice alla cui penna si devono film come "Harry ti presento Sally".
Decido dunque di omaggiarne la memoria condividendo su Facebook il video della famosa scena dell'orgasmo simulato al ristorante. Già che ci sono me lo riguardo. Tiè, volume a palla!
Sally: "Come ti comporti con queste donne? Ti alzi dal letto e te ne vai?"
Harry: "Certo!"
Sally: "Beh, spiegami bene come fai. Che racconti?"

In quel mentre suona il campanello. Esco dallo studio e vado nell'attiguo ingresso ad aprire la porta: è la donna delle pulizie. Dal computer dello studio, ovviamente, il video prosegue, Harry e Sally hanno smesso di chiacchierare e lei sta cominciando a dare il suo esempio di simulazione fono-erotica.
Volume adeguatamente alto, la donna delle pulizie che entra inesorabile, Meg Ryan, cioè Sally, che attacca "aaaah! ooooh! Siì!" io che impallidisco e cerco di coprire l'audio sciorinando a voce altissima delle cose inutili, insulse, casuali, tipo "la batracomiomachia transeunte del metaspazio che caldo che fa oggi, vero, è davvero caldo, però è anche una giornata ventilata, una volta qui era tutta campagna", e Meg Ryan, cioè sempre Sally, mi urla da dietro "aaaah, ooooh, sì, sì sì" e io a voce più alta "Naturalmente se la crisi dovesse perdurare nella catabasi dell'analisi con la cera d'api e sì il mare com'è bello il mare stamattiiiiina", provando acuti e sovracuti, e Meg Ryan "sì, ancora, ancora" e io proseguo sperando che quel maledetto video finisca prima che la donna delle pulizie si renda conto di qualcosa e prima che entro ventiquattr'ore tutto il paese sappia che io (che sono anche moglie di uno stimato professionista) passo il tempo a guardare film porno e non, come sarebbe più opportuno riferire, a desiderare lo stesso piatto che ha ordinato Sally.

12 commenti:

  1. Elena, ho letto la tua Apologia di Clitoride.
    E' noioso. L'idea sarebbe stata adeguatamente espressa in poche righe, una paginetta ironico- satirica, una gag. Ti trascini laboriosamente a ripetere con monotonia la stessa "trovata".
    Più interessante quello che si legge tra "le righe psicologiche" di questo grammelot culturale: il rimpianto di non essere mai potuta diventare veramente colta (hai abbandonato la scuola, vero?) e il trauma di una sessualità che ha sconvolto la tua giovinezza (tutto ciò che si scive è sempre autobiografico).
    Sembrerebbe il trauma patito da una giovane donna di fede che non ha potuto essere coerente con quello che credeva o si proponeva e da perfezionista(quale sei) non ha saputo accettare quella sua fragilità. L'orgoglio ti ha fatto negare la fede.

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  2. Caro Anonimo, grazie per gli spunti e per esserti preso la briga di commentare. Purtroppo non posso chiamarti per nome perché hai deciso di non firmarti: scelta legittima, per quanto poco educata. Spero che in un eventuale ulteriore commento vorrai firmarti almeno con un nickname.

    Per quanto riguarda le tue osservazioni, nulla posso obiettare sulla noia che t'ha colto, dal momento che sui gusti non si discute. Per quanto riguarda la documentazione annessa al finto saggio su Clitoride, ho letto tutte le opere che ho riportato nelle note, non di rado in lingua originale. Non è molto, ma ho sempre cercato di agire onestamente e di documentarmi direttamente dalle fonti. Sulla compiutezza della mia cultura, sono la prima a non giudicarla totale: è questo il motivo che mi spinge a continuare ad approfondire. Resto a tua disposizione, naturalmente, se volessi scendere nel dettaglio ed argomentare le tue obiezioni da questo punto di vista.

    Su di me invece non ho molto da dire. Comunque, per la cronaca, la scuola l'ho finita senza bocciature, non ho per fortuna subìto traumi sessuali, trovo che il sesso sia un fatto allegro e divertente e che andrebbe liberato da imposizioni e censure, sono felicemente e fedelmente sposata, normopeso, ho il colesterolo basso e non ho mai perso la fede perché non l'ho mai avuta: provengo da una famiglia non religiosa e la mitologia biblica l'ho imparata solo dopo quella greca, il che mi ha aiutato a non vederla mai come fonte di verità rivelate.

    Decisamente un profilo psicologico azzeccato quello che mi hai riservato, ahahah :-D

    Mi incuriosisce la religiosità da un punto di vista antropologico, questo sì, perché mi è sempre parso buffissimo che persone di qualsiasi estrazione culturale e sociale credessero senza prove in palesi violazioni dei principii della termodinamica, delle basi della biologia, delle regole della logica, del comune buon senso e dei fondamenti di altre specializzazioni per la disamina delle quali ti rimando a persone più colte di me (detto senza ironia: non ho problemi a riconoscere l'altrui competenza, anzi di solito ne approfitto per colmare le mie carenze).

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  3. Cara Elena, hai finito il liceo classico e ti sei avviata agli studi universitari che poi hai abbandonato. Ed è questo il tuo rimpianto. Scommetterei che avevi scelto una facoltà scientifica sicura che la facilità con la quale avevi superato le materie umanistiche ti garantisse un successo in qualsiasi disciplina.
    Ti sei resa conto ben presto che la scienza non ti avrebbe procurato quel successo a cui aspiri. Sei tornata al primo amore pensando che lui avrebbe potuto dartelo.
    Non insisto sulla tua fede, continuo a credere nonostante le tue smentite che se frequentavi la parrocchia anche lì già cercassi il successo e che la tua sessualità solipsistica ti abbia messo in contraddizione con te stessa.
    Il tuo Apologia di Clitoride mostra una tua scaltra erudizione.
    Della bibliografia avrai letto si e no un solo testo in lingua ma sei tentata di fare credere che ne hai letto più di uno, per non intaccare la reputazione di "grecista" che ti compiaci ti sia attribuita. La formazione liceale non da tali competenze.

    Quale era lo scopo del libro,la sua ragione d'essere?
    La noia è un sentimento soggettivo ma reiterare senza nessuna necessità lo stesso "refrain", ripetizione non funzionale allo sviluppo di una tesi, è monotono come una composizione musicale che ripeta un motivo senza alcuna conclusione, oggettivamente monotona.
    Ti consiglio la lettura di un testo che ti erudisca sulla struttura narrativa. Non è sufficiente che tu "orecchi" cosa è un testo letterario.

    Mi stupisce che tu veda un rapporto fra religione, miti e fedi religiose e le leggi della termodinamica, la biologia e la logica. Non vedo il nesso se non quello che gli studi scientifici ti abbiano creato un complesso d'inferiorità. Non sei riuscita in quelle discipline?

    Non ti conosco e non mi conosci, puoi esserne certa e dunque un nick non ha senso. Dal momento che nell'elenco a tendica c'è l'opzione anonimo continuerò ad usarla.

    Uno psicologo dilettante.

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  4. Caro Anonimo e psicologo dilettante,
    continuo a sostenere che l'anonimato in rete sia una forma di vigliaccheria nonché di maleducazione patente, ma se hai bisogno di sentirti protetto o ti vergogni a far sapere chi sei, fa' pure. Ciascuno trarrà le conclusioni che preferisce.

    Mi asterrò dallo psicanalizzarti un tanto al chilo come stai facendo tu qui con me - dici di non conoscermi, eppure ti lanci in spericolate analisi sulla mia sessualità, sulle mie presunte frustrazioni, i complessi di inferiorità intellettuale e quant'altro. A tal proposito: perché sei così concentrato sulla mia sessualità, che è, obiettivamente, un argomento che non ha motivo di riguardarti?
    Qual è l'obiettivo di questi interventi?

    (sulla struttura narrativa, non ti preoccupare, ho fatto un corso anni fa appositamente, anni fa, e l'ho superato con profitto; a tal punto da saper distinguere la forma narrativa di un racconto da quella di un pezzo teatrale, quella di un romanzo da quella di un saggio, e addirittura, se mi sforzo e riesco a contare fino a undici nonostante i miei complessi d'inferiorità scientifici, so distinguere un endecasillabo da un settenario)

    Non mi picco di avere alcuna reputazione di grecista, o di alcunché: mi sono soltanto andata a studiare i testi che ho citato. In originale, tra gli altri, l'Epicurea, la parte della Patrologia latina su Fredegiso di Tours, Diogene Laerzio. A tal proposito ribadisco l'invito di entrare nel dettaglio e di emendarmi sui punti che ritieni scarsamente sviluppati, incorretti o male interpretati.
    Sempre che tu ne abbia il tempo e la voglia e non sia troppo attratto da quello che faccio, o non faccio, sotto le lenzuola.

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  5. (se non vuoi dire come ti chiami almeno usa lo stesso nick che usi sul forum dell'Uaar, sempre che tu non sia tra quelli al cui ban ho contribuito quando ero in moderazione, nel tal caso usa il nick che usavi e non puoi usare più...)

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  6. Quel che è piu'meraviglia di Anonimo è la sua pervicacia nel pensare che Elena abbia comunque e in qualche modo frequentato la parrocchia...evidentemente per lui è impensabile che qualche italiano possa non essere mai stato cattolico o ebreo o testimone di geova.
    Quanto alle violazioni delle evidenze scientifiche da parte delle religioni bhè...che dire? Non vederle è esattamente il sintomo patognomonico di quella buffa malattia di cui Elena si interessa.
    Pierluigi.

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  7. Il catechismo propriamente detto non l'ho mai frequentato, non mi sono mai nemmeno avvalsa dell'insegnamento della religione a scuola. Ho frequentato però una saletta della parrocchia tra gli otto e i dieci anni perché ci tenevano un corso di disegno, e così ho sviluppato un po' di manualità con matita e china. Ma non era un corso tenuto dai preti, che si limitavano a concedere gratuitamente lo spazio. Qualche volta sarò anche andata, non lo nego, al bar del patronato a comprare un gelato. Forse mi è stata instillata dell'essenza di cattolicesimo tramite il cono del Cornetto, da quelle parti non puoi mai sapere quale cialda transustanzi e quale no.

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  8. La profondità sociologica delle deduzioni di "Anonimo"; la sua indiscutibile capacità di vedere "oltre" le scialbe parole; la sua profonda perizia in materia di altrui biografie; bene, tutto questo mi fa concludere che si tratti di un tizio condannato alla pena di vivere, parafrasando il buon Flaiano. Un rosicone sfigato, insomma.

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  9. [segue il post delle 20:52]

    Saluti,
    anonimo bis

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  10. Cara Elena, ho suscitato una reazione che ti ha sbilanciato, volevo provocarla ma non questa reazione. Il mio interesse è letterario e più precisamente critico-letterario. E'anche la mia professione.
    La produzione letteraria è sempre autobiografica e il tuo libro non sfugge a questo principio.
    L'interesse per la tua sessualità si ferma esattamente a questo punto. La libertà di cui fai sfoggio viene smentita dalla tua irritazione.
    Ripeto che non mi conosci e non ti conosco; l'incontro è stato casuale, il risultato della mia navigazione web alla ricerca di opere letterarie.
    Sei vuoi scrivere qualcosa di valido esci dai luoghi comuni radical chic e non leggere Flaiano, imitarlo ti sarebbe fatale.


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  11. Non credo di avere interesse a ricevere le disamine artefatte o di allinearmi allo stile di un critico letterario (vale ancora il cliché dei critici letterari come scrittori falliti, o le illazioni devono correre in un verso solo?) che si è lanciato in strali sulla mia vita privata protetto dall'anonimato più miserando, improvvisandosi psicologo e senza arrivare a capire, pur da sedicente psicologo dilettante, che entrare nel blog di una persona sputando sentenze principalmente sulla sua persona anziché sulla sua opera e senza nemmeno avere la dignità di firmarsi può suscitare reazioni *quantomeno* irritate.
    Se davvero sei un critico letterario e ancora non hai capito la differenza tra una critica ad personam e una ad rem, il fatto è anche indice di scarsissima professionalità.

    Lo scopo dell'opera, a proposito, era irridere la magniloquenza di certi saggi eruditi, pur mantenendo la parvenza di un'opera seria e documentata, con una serie di variazioni sul tema. Era un intento dichiarato, come si può evincere dai vari post sull'argomento che ho sparso per il blog o dall'indicazione che accompagna il file nel menu qui a destra ("finto saggio erudito", non "racconto" o "romanzo" o "poesia" o "libretto d'opera" - le parole sono importanti) e come si sarebbe potuto capire indirettamente dal nome del filosofo. Esperimento riuscito, a quanto pare, dal momento che in quanto tale è stato apprezzato da molti lettori che hanno competenze negli ambiti trattati e stigmatizzato solo da una persona che per attaccare l'opera ha sparato ad alzo zero sulla mia vita privata senza nemmeno conoscerla. Peraltro, per quanto riguarda le mie, di competenze, potrei avere dieci lauree, otto dottorati, cinque master e un paio di premi Nobel ma dal momento che sono io come persona, e non quello che scrivo, l'oggetto principale della critica, sarebbe del tutto ininfluente: ci sarebbe comunque un altro pretesto extracurricolare da tirare in ballo - vedi il non aver frequentato la parrocchia, le presunte pruderie da ex beghina frustrata (mio marito sta ancora ridendo) e altre amenità.

    Sul fatto che ogni opera sia autobiografica, è una grossolana generalizzazione: l'elemento autobiografico viene al più filtrato dalla finzione letteraria, ma c'è sempre spazio per l'invenzione pura o per l'inserimento di biografie di altre persone - sorrido se penso al buon Philip Roth che si diverte a giocare con critici e lettori non lasciando mai trasparire del tutto quanto vi sia di lui in Nathan Zuckerman e quanto sia frutto del suo arbitrio.

    Buona ricerca di altre opere più meritevoli della tua attenzione. Prova con le cinquanta sfumature di grigio, si parla di sesso anche lì ma in modo molto meno radical chic. :-D

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  12. La risposta a queste ed altre domande sulla cristianità e sulla buona e fedele sessualità (fedele nel senso di chi ha fede) potete trovarle su questo ispiratissimo blog:
    http://rispostecristiane.blogspot.it/
    .
    Ciao

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