lunedì 12 dicembre 2011

L'anti-anti-Dühring

Cosa succederebbe se un proletario, nella tensione dialettica volta a cogliere la propria coscienza di classe e a ribellarsi all’alienazione della cogenza del meccanismo industriale capitalista che lo priva dei mezzi di produzione, si cimentasse nella doppia negazione della doppia negazione?

Affrontiamo l’argomento nella sua sede naturale, ossia il piano complesso. La doppia negazione della doppia negazione è equivalente all’estrazione delle radici quarte dell’unità, come ben noto dal teorema di Engels-Eulero che si rifà a sua volta ai lavori di Cardano, matematico che già impegnò la sua forza lavoro occupandosi dei giunti che da lui prendono il nome, dimostrando così una spiccata propensione al meccanicismo determinista che vede nel taylorismo la sua mortificazione, e nel marxismo la sua riscossa.
Risolta materialisticamente l’equazione trovando la prima radice dell’Unità, chiamiamola “Gramsci” per affinità semantica, si dimostra che ve ne sono altre tre, ottenute moltiplicando la prima per exp (i*(k*pi)/2), k=1,2,3; trasferiamoci ora nel piano dialettico isomorfo a quello complesso: la complessità è ben nota a tutti i compagni frequentatori di dibattiti in sezione, ove si è soliti interconnettere l’asse reale, detto pessimismo della ragione, con quello immaginario, detto ottimismo della volontà (si veda il lavoro del compagno V. Ivanov, “Analisi complessa, olomorfismo proletario e teoria gruppale dei piani quinquennali”, Raffaello Oltrecortina Editore, 1957)

La doppia negazione della doppia negazione si ottiene ruotando di pigreco mezzi (i debosciati occidentali, con la loro notazione di libertinismo sessagesimale, direbbero “novanta gradi”) l’affermazione di partenza. Un chicco doppiamente-doppiamente negato diventa un non-non-non-non chicco, ossia -trascendendo i problemi di balbuzie- la pianta sempiterna della forza proletaria che dopo esser stata soggiogata dalla brutalità del Capitale e rosa dall’imbolsimento borghese si emancipa per costruire la società senza classi, doppionegandosi a sua volta, che lo stelo della pianticella d’orzo gli fa un baffo che neanche il compagno Stalin.

(© Elena Tosato 2010)

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