Ho finito di scrivere Storie di questo e quel mondo. Sono stanchissima, e mi ha colto quello spaesamento che sempre mi prende alla fine di un lavoro. A volte diventa depressione, a volte no.
A volte bisogna scrivere un sonetto.
Un giorno dopo
Una stanchezza ora mi si appoggia
inane e vergine dentro i pensieri,
ci scrive sopra fino a farli veri,
mi definisce. S’accomoda, alloggia
e sale fino agli occhi, questa loggia
che guarda quel che già guardava ieri
senza capirlo, e fra rozzi misteri
il pianto si disvela bianco in pioggia;
e questa settimana mi impastoia
col suo procedere magro e simbionte
di giorni lunghi d’un limite estremo.
Non ho paura, stavolta, né noia;
però se cado improvvisa di fronte
al non saper che far di me, io tremo.