Sonetto scientista amoroso
Un sogno, forse veglia, la mattina,
disfatta sopra il letto mi sorprende:
carezza tormentosa ne discende
e viene al suo piacer forte e vicina.
Amor, che fa tuonar l’ossitocina,
lievissimo le membra mi distende;
amore, che all’ipofisi s’apprende
e ratto si discioglie in endorfina,
amore, che si fa neuropeptide,
endogeno creando il paradiso;
è pelle che dolcissima si pasce
d’un senso che ne muore e ne rinasce
e il mondo fa di sé del tutto intriso;
e va, sospira, guarda, spera e ride.
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