giovedì 22 giugno 2023

Strofe saffica - L'amante, o quasi

Esercizi poetici. La strofe saffica è composta da tre endecasillabi saffici e un adonio, che è un verso di cinque misure, un verso che suona quasi interrotto dopo la lunga musicalità dei tre che lo precedono. La metrica italiana è accentuativa e non quantitativa come quella greca classica: vuol dire che le sillabe vengono contate in base agli accenti che hanno e non alla lunghezza, e la strofe saffica è stata quindi adattata alle esigenze della nostra lingua. È noto il lavoro che ci fece sopra Giovanni Pascoli, che ci aggiunse le rime e che con questo metro scrisse per esempio la sua famosa poesia "Novembre".

Siccome fa sempre bene esercitarsi, stamattina ecco qui la mia versione di strofe saffica, nella forma che è passata attraverso Pascoli.


L’amante, o quasi
Stava davanti a me, con un affetto
intonso, senza carie, che chiedeva
di ragionar di sé come un precetto.
Con me, l’allieva.
Non che dovesse insegnarmi qualcosa:
considerava se stesso una bozza,
che fa discorsi che dire non osa,
e se ne ingozza.
Eppure, qualche singola parola
bucava la paura e l’afasia:
usciva a farsi nota, tutta sola,
e andava via.
La voce gialla, dispersa nel suono,
diceva, con istinto iconoclasta:
“Ti guardo, non so più che cosa sono,
e così basta.”
Aveva nella bocca allora questo
timore di vedersi parassita,
e di scambiarlo già per un pretesto
d’essere vita.

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