martedì 30 maggio 2023

Sonetto di Emmy Noether


Il movimento di quest’universo

si regola fra le coordinate,

si nutre di grandezze derivate

in un linguaggio algebrico sommerso


che dice del comune e del diverso;

in equazioni bene calibrate,

negli invarianti e le forme traslate,

in ciò che ruota ancora in ogni verso,


infine si concede in un’azione,

nei tanti modi di dire energia

che muta, dunque, mentre la si osserva.


Così comprende allora la ragione:

lì dove resta qualche simmetria

c’è già qualcosa poi che si conserva.


sabato 20 maggio 2023

Quartine di malavoglia

Susanna Tamaro si è lamentata che a scuola si studia troppo Giovanni Verga.


Quartine obbligatorie.
"Mi pare che costui già troppo s'erga
tra i banchi nostri: che scelta infelice!"
così si espresse un giorno una scrittrice
sul fato del malcapitato Verga.
"Sta lì, chi più lo muove? Bello saldo,
granitico nella verista spoglia,
e dàgli che leggete i Malavoglia,
Rosso Malpelo e Mastro don Gesualdo!
Guardate quei ragazzi, quei bambini!
Trascorrono infinite settimane
a compulsar novelle rusticane,
a naufragare con tutti i lupini!
Perché, piuttosto che la provvidenza,
non vi studiate - facendone scorta -
l'andar lì dove il cuore poi vi porta,
che proprio non dovreste starne senza?"
Così fremeva, sbottando perciò,
spargendo la sua roba tutt'intorno,
nemmeno avesse avuto pari scorno
del già morente vecchio Mazzarò.
Rispose Verga, dal vasto riparo
dei vinti cui porgeva la parola:
"Scusate, non vorrei parlar di scuola,
ma poi chi minchia è questa Tamaro?"

Sonetto della forma

La forma

Permane un’inquietudine sfalsata,

la sovrapposizione malaccorta

di tante fasi di me; la più corta

che copre a stento quella più allungata,


quella presente su quella passata,

una futura che sembra già morta,

un’altra viva che invece s’è sporta

avanti però tutta impreparata.


Così vien via la voglia inopportuna

d’aver pensieri nuovi e poco scaltri;

la testa s’abbandona e si risciacqua.


“La forma mia non mi dà pena alcuna:

si è soli unicamente in mezzo agli altri”

dice la goccia d’olio immersa in acqua.


venerdì 5 maggio 2023

1≠0

1≠0. 

Se fosse 1=0, infatti moltiplicando entrambi i membri per un arbitrario numero reale x avremmo 0x=1x, e cioè 0=x, e quindi l’asse reale sarebbe costituito dal solo zero. E ciò non è, per cui 1≠0.


E quindi ho pensato a Leibniz, e a Heidegger, e alla metafisica, e alle ricerche dell’astronomia, e quindi sonetto.


(Ammetto che “e quindi sonetto” segue da pressoché qualsiasi premessa.)




Perché c’è poi qualcosa e non il niente

io non so dire: fu l’aspra follia

d’un universo che sembra che sia

però del tutto muto ed incosciente.


Principio di ragione sufficiente,

l’abilità del vuoto, o la via

originaria di un’asimmetria

che sparigliò materia: qui presente


esiste, infine, tutto l’universo

col carico di numeri e mistero

che ci portiamo addosso e nella testa


E l’uno dallo zero è ben diverso:

se ciò non fosse, soltanto lo zero

sarebbe dei reali ciò che resta.