Il movimento di quest’universo
si regola fra le coordinate,
si nutre di grandezze derivate
in un linguaggio algebrico sommerso
che dice del comune e del diverso;
in equazioni bene calibrate,
negli invarianti e le forme traslate,
in ciò che ruota ancora in ogni verso,
infine si concede in un’azione,
nei tanti modi di dire energia
che muta, dunque, mentre la si osserva.
Così comprende allora la ragione:
lì dove resta qualche simmetria
c’è già qualcosa poi che si conserva.