domenica 14 febbraio 2021

Sonetto di San Valentino

come se non se ne fosse già scritto fino alla nausea, 

Sonetto dell’amore


S’è detto impulso, e sogno, e artefatto

dei sensi, dell’istinto e della voglia;

e grumo di ragione che si imbroglia,

un dolce e sacrosanto venir matto,


s’è detto forma pura di contratto

senza parole o con troppe, la soglia

del corpo che si veste e che si spoglia,

s’è detto solitudini a contatto,


s’è detto fiato che inciampa e si spezza,

attesa in controluce, il prender cura

d’aspettative incostanti e comuni,


s’è detto vita intera e l’altra mezza,

s’è detto forza e culmine e paura,

e mai che ci si possa dire immuni.


venerdì 5 febbraio 2021

Sonetto di Epimenide

 Sonetto di Epimenide


Questo sonetto si porge beffardo,

ma lo racconto col cuore sincero.

Andava, col suo passo, sul sentiero,

un certo saggio. Posò qui lo sguardo


sopra un passante, che senza riguardo

espose impertinente il suo pensiero:

“Ch’io sia cretese, non è poi mistero.
E, qual cretese, per forza bugiardo.”


Il saggio non sa dire se mendace

è dunque la parola, il contenuto,

o quel linguaggio del quale s’è valso


per dire ciò che sente; quindi tace.

Questo sonetto pure resta muto:

e ciò che dice è vero e insieme falso. 

giovedì 4 febbraio 2021

Sonetto delle consultazioni

 Sonetto delle consultazioni


Vengano dunque al cospetto di Draghi:

dei pezzi titubanti della Lega,

del Cavaliere la sobria congrega,

grillini aggrovigliati ai loro svaghi,


e quelli del PD, compìti e vaghi.

Meloni dice no, che se ne frega.

C'è quello che s'è dato per stratega,

genio dei tattici, mago tra i maghi,


quell'ego proteiforme di Firenze;

e poi sinistre e centri e volti misti.

Tremano e sperano, mute, le folle,


intatte tra i problemi e le esigenze,

tra le necessità e gli imprevisti.

Lungo, un sospiro si sente dal Colle.