Qui proseguo con i miei sonetti sui paradossi.
Il paradosso dell’albergo di Hilbert
Sonetto dell’ultima stanza
E poi ci troveremo tutti, forse,
forse di più; davvero: cosa importa?
Staremo qui, davanti a questa porta,
al termine di mille vecchie corse,
milioni e infinite, con le borse,
con i bagagli vissuti di scorta
per chi soggiorna e poi per chi sopporta
l’attesa delle ulteriori risorse.
Ci sono stanze ancora, ci vien detto,
nell’infinito spazio dentro i muri,
nell’infinito numero; l’alieno
pensiero illimitato, il suo concetto,
fa sì che oltre la conta perduri,
e resti un vuoto dentro a questo pieno.
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