Sonetto sulla mascherina
Poiché siam fatti tutti come pezzi
vissuti di teatro, o come riti
di morti apparecchiate, o adibiti
a camuffare sempre sensi e vezzi,
eccoci dunque costretti nei mezzi
più muti, e sulle bocche ricuciti,
di nuove maschere. Siamo riusciti
a fare sì che il vento ci carezzi
lo stesso, che il profumo ci attraversi
se non nell’aria, di già nel ricordo;
e che permanga compiuta e non taccia
ogni espressione che rende diversi
i volti e i nomi impressi nell’ingordo
aspetto sottostante della faccia.
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