domenica 20 dicembre 2009

Hegel: la fenomenologia dello spirito

Doppio sonetto hegeliano con acrostico, altrimenti detto "Die Phaenomenologie des Geistes"

Definisco “dialettica impostura”
Il dire verbo senza che al mondo
Esista riscontro; e ‘l ragionar tondo,
Puro, di spirito, d’idea o di natura.

Ha la coscienza eterna sventura?
Agisce la ragione fino in fondo?
E’ soltanto lo spirito fecondo?
Nel divenire si crea la misura?

Or se la realtà diviene soggetto
Mentre la storia pian pian si dipana
Ecco inverarsi l’intera ragione!

Nelle dottrine d’essenza e concetto
Oggi lavora la logica umana;
L’oggettività non è un’astrazione?

Ora si disquisisca dell’Essenza!
Già, a lei s’addice ogni categoria.
Indeterminata come una parusia
E’ radice dell’intera sapienza.

Dello spirito e dell’autocoscienza
E’ d’uopo far la fenomenologia.
Si manifesta com’è giusto che sia
Guardandosi privo di reticenza


Ed agendo, (e) col libero volere.
Indi lo stato, o l’ethos collettivo:
Sol non “democratico e liberale”!”


Tanta moral non ci è data vedere.
Ei disse sol: “io del reale scrivo:
Sia tutto, e viceversa, razionale”.


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Al doppio sonetto sia data
una risposta in rima baciata.

Mi si perdoni se però stavolta
la metrica ne risulta un poco sciolta.

Ecco, presto, un giudizio sintetico
sull'aberrazione dello stato etico:

che schifo! lo sanno anche gli astri
che danni fece, e quali disastri!

Per quanto ancora dovremo pagare tributo
a questa manfrina dello Spirito assoluto?

E l'idea del tripartire tutto, gli venne perché?
Amava troppo il valzer? (un-due-tre, un-due-tre)

Ma tu guarda se devo perdermi nelle pieghe
di queste interminabili e filosofiche beghe.

Si può quindi dare un fine sicuro
all'idea di pensiero come concetto puro?

O una rapida e solenne confutazione
alle doti presunte della religione?

l'unione del finito e l'infinito sarà mistica
ma è una pura banalità nell'insiemistica

e per dire qualcosa di ingenuamente pratico:
Hegel non capì un cazzo di formalismo matematico.

Se poi vogliamo fare i dotti e citare il Bardo
si può dire all'idealista, con sorriso beffardo:

"Ci son più cose in cielo e in terra, anima mia
che in tutta quanta la tua Fenomenologia".

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